È peccato dire no al Diavolo. "Chi lo rifiuta si pentirà"

Parola di Gianni Rivera, icona rossonera, dopo i no presi dal Milan da alcuni campioni corteggiati. Ma c'è l'ok del belga Witsel

È peccato dire no al Diavolo. "Chi lo rifiuta si pentirà"

Tanto Milan nella testa del Gianni. L'occasione per andargli sotto pelle l'ha data la sua apparizione, accompagnato dal presidente Aic Damiano Tommasi, al Museo del calcio in piazza San Babila a Milano. Come sempre ha scelto la strada più breve per entrare in area, dritto all'osso: «Il motivo dei tanti rifiuti a vestire la maglia rossonera - ha detto il primo giocatore italiano a vincere il Pallone d'Oro nel 1969 -, è legato al fatto che questi giocatori non sono convinti che il Milan possa tornare a vincere come in passato e non sia in grado di fare un cambio di passo. Magari si pentiranno. Io spero che si pentano».

Lo spunto non è così banale, anzi. Commentando la scelta di Jackson Martinez e Geoffrey Kondogbia, corteggiati ma poi finiti ad Atletico Madrid e Inter, il Bambino d'Oro, copyright Pelè, ha spiegato: «Ai miei tempi non si poteva scegliere o rifiutare una destinazione. Spero che il Milan torni a essere ciò che è stato anche se mi pare complicato raggiungere certi livelli se i buoni giocatori non vengono». Nessuna dietrologia in queste uscite, Rivera parla anche del presidente: «Berlusconi ha trovato un gruppo di finanziatori che hanno la possibilità di dare quel contributo per far tornare grande il Milan, soprattutto ora dove la concorrenza per ingaggiare i grandi giocatori è enorme. Se il cuore non batte più come prima bisogna trovare qualcuno che lo aiuti, ci vuole una macchina e probabilmente è questo nuovo gruppo di finanziatori. Anche se chiunque arrivi non può di colpo risolvere tutti i problemi. Nel calcio c'è poco di teorico, è un mondo concreto, servono i fatti, i risultati. C'è Mihajlovic? Serve una squadra e per essere tale c'è bisogno di un numero 1, un 5, un 8, un 9 e un 10, la colonna vertebrale. Per me gli allenatori diventano bravi quando vincono i giocatori. E Mihajlovic deve prima superare la prova spogliatoio».

Gli ultimi in ordine cronologico che si dovranno pentire sono Luiz Adriano, Arda Turan e Edinson Cavani. Ahmet Bulut, agente del centrocampista turco, fa capire che l'obiettivo è l'Inghilterra: «Arda vuole lasciare la Spagna già quest'estate e andare a giocare in Premier. Il Milan si è fatto avanti, ma non rientra tra le sue opzioni perché non gioca la Champions». Forse è un bene, ci vogliono 41 mln per portarlo a Milano.

Anche il Matador Cavani tira alla Champions ma non vuole lasciare Parigi: «Rispetto il mio club e cerco di dare tutto per il Psg». È il rifiuto meno doloroso, il Milan aveva fatto solo un semplice sondaggio. Sui social Galliani è sotto tiro, gli è arrivato in soccorso Oscar Damiani: «Non ha perso campioni. Martinez mi piace di più, ma Kondogbia non è Pogba».

Non è certo sia questa la strada, e cioè deprezzare ciò che non si raggiunge. L'Inter sta mettendo giù una linea difensiva formata da Montoya, Miranda, Murillo e Zukanovic. Allan e Imbula sono praticamente fatti. Walter Sabatini, ds della Roma, si è risentito quando gli hanno chiesto se fosse vera la pista Ibrahimovic, troppo caro, con un ingaggio fuori range , personalità forte per coabitare con Totti: «Ma se il Milan vuole Ibra, tutto è possibile. Se lo vuole la Roma è una fregatura?». L'indiscrezione, svelata da un suo amico, è tutta un programma. Comunque Bertolacci, Josè Mauri, Soriano e Baselli sono più che probabilità, in Spagna scrivono che sono stati offerti 25 mln per Godin, Adrien Rabiot, una delle hit del mercato scorso, è sempre monitorato, per Bacca ci vogliono 30 mln e ci sono sopra un paio di squadre inglesi.

Gira voce che ora Galliani - che ieri ha riscattato dal Torino la metà di Simone Verdi per 450mila euro - stia lavorando sottotraccia, Ibra lo porta qui un paio di minuti prima del tocco. Per il belga Witsel c'è l'accordo a 30 mln. Troppi? Se è vero che non ci sono più in giro tutti questi bravi giocatori, sì.

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