La ciliegina sulla torta arriva dal Canada, a passo di sprint nella sera della festa della donne cui Federico Pellegrino dedica la sua ultima vittoria in coppa del Mondo. Quella meno sperata, quella più inseguita. In una sprint sì, ma a tecnica classica. Disciplina amica, passo (fino ad oggi) nemico del 25enne finanziere di Nus e più in genere del fondo azzurro. Dedica petalosa alla dolce metà, Greta Laurent, e a tutte le signore dell'orbe, Pellegrino s'improvvisa a cantare a cappella un inno la cui base musicale non parte («è stato divertente») e stupisce anche se stesso: «Con materiali e forma al top posso competere anche in alternato: e non è stato facile».Poteva sedersi sugli allori di una stagione che gli ha già regalato la coppetta di specialità e il titolo di Mister Sprint, risultato storico per il fondo azzurro. E invece.
Ha spinto e faticato a piedi paralleli e alternati per lasciarsi dietro tutti, dal norvegese Eirik Brandsdal al francese Maurice Manificat ad un Petter Northug che non ha quasi mai spinto. Canmore era la quart'ultima prova del Tour del Canada e ultima gara stagionale del format in cui Pellegrino vanta cinque trionfi individuali, ed uno con Dietmar Noeckler. Lucia Galli- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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