Hanno aggiustato la mira. Anche perché l'ultimo arrivato li stava impallinando con precisione chirurgica. Loro sono i bomber con un nome, lui è Krzysztof Piatek. Che un nome se lo sta facendo in fretta a suon di gol. Nove, ma se non fosse per quel centimetro, «visto» solo dalla goal line technology, che gli ha negato la doppietta contro il Parma sarebbe già in doppia cifra. Si fa chiamare pistolero perché in Polonia quello significa bomber. E l'esultanza del nuovo Lewandowski, come viene considerato in patria tanto da essere convocato in nazionale (e magari domenica metterà nel mirino l'Italia), non poteva che essere con due pistole.
È lui che guida il ritorno del nove in campionato. È lui che fa il battistrada e soprattutto indica la via del gol. Perché nel far west della serie A, in un sfida all'O.K. corral contro l'attaccante del Genoa, tutti perderebbero. L'unico che gli si avvicina è Mario Mandzukic e Piatek farebbe bene a pensarci prima di ingaggiare un duello con il croato, anche se viaggia alla media di un colpo a bersaglio ogni tre tiri, addirittura fa centro ogni due conclusioni nello specchio porta, anzi meno. Implacabile, è un eufemismo.
Un mira da far impallidire un certo Cristiano Ronaldo, che ha tirato «a salve» quasi sempre, con la bellezza di quarantasette conclusioni tentate per soli quattro gol. Nessuno usa munizioni più di lui. Però CR7 ha capito che si deve dare una mossa, il sinistro di Udine è stato preciso quanto letale. I bomber stanno tornando tutti insieme appassionatamente, senza dimenticare il nuovo Insigne plasmato da Ancelotti: all'appello manca solo Belotti. Immobile dopo l'illusione nel derby, ha scagliato un dardo da tre punti contro la Fiorentina. A proposito di Capitale, di Roma, riecco Dzeko: un gioiello alla prima giornata, poi scena muta fino all'ultimo weekend.
Tutti colpi secchi. Invece sotto la Madonnina hanno scaldato le doppiette in vista del derby dopo la sosta. Higuain chiama, Icardi risponde. Apre le danze il tango del gol. Il Pipita si è preso il Milan, steso il Chievo. Maurito ha rimesso al suo posto lo spauracchio Spal. Un gol in più (quattro) e una partita in meno per il rossonero. Ma c'è una curiosità che li accomuna, il numero di tiri tentati: quindici per entrambi. Ampiamente fuori dalla top ten del campionato. Ognuno ha il suo leit motiv. La squadra di Spalletti fatica a rifornire di palloni il suo capitano; i compagni di Higuain stanno piano piano entrando in sintonia con l'ex bianconero, Gattuso da inizio stagione va ripetendo che è solo una questione di conoscenza. E i due assist di Suso della scorsa domenica, oltre a quello con l'Atalanta, confermano che il processo d'integrazione è ormai arrivato a conclusione. L'appuntamento è per domenica 21. Ci arriveranno per vie opposte: Icardi mettendo a punto la mira in nazionale; Higuain allenadosi a Milanello. Al loro fianco Lautaro Martinez, anche lui chiamato da Scaloni nell'albiceleste, e Patrick Cutrone, che invece è tornato subito a casa da Coverciano.
E chissà che il derby non sia l'occasione giusta per Spalletti e Gattuso di provare il doppio attaccante. Ipotesi avanzata nei salotti e nei bar, quando i risultati sulle due sponde dei Navigli non arrivavano.
Ora è un'altra storia, ma copiare la Juventus che piazza costantemente due nove come Cristiano Ronaldo e Mandzukic resta una tentazione anche se in coppia segnano meno di Piatek. Ma alla ripresa ci sarà da divertirsi. Il capocannoniere pistolero del Genoa contro CR7, Icardi contro Higuain. Polveri bagnate, queste sconosciute.
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