La linguaccia di Del Piero ha sbeffeggiato gli ultimi spiccioli d’orgoglio dell’Inter. Due gol della Juve per chiudere la bocca al mondo nerazzurro e continuare l’inseguimento al Milan. Nono gol di Del Piero contro l’Inter (6 decisivi). Primo di Caceres che, con Milano, ha un fatto personale: ha affondato il Milan in coppa Italia, ha cominciato a sgretolare l’Inter ieri sera. Lo Juventus stadium continua a restare immacolato dal segno della sconfitta, la Juve somma la terza vittoria consecutiva contro l’Inter a Torino: non capitava dal ’95-’96. Occhio del destino, segnale della luce di questo campionato. La Juve ha pescato protagonisti inattesi, l’Inter ha lottato per una cinquantina di minuti, dando la sensazione di aver ritrovato qualcosa del passato. Non è stata una gran Juve fin quando non ha segnato, tenuta in corsa dalle parate di Buffon. È scomparsa l’Inter dopo aver subito e solo Julio Cesar l’ha mantenuta a un dignitoso livello nel risultato. I portieri protagonisti, ma il calcio si è divertito a scrivere una storia, magari indigesta a Conte. Chissà quelle lacrime finali....Voleva imitare Ranieri?
La Juve si gode la vittoria che non fa scudetto, ma fa esaltazione affidandosi all’arte mai dimenticata del capitano esonerato da Agnelli. Piccole rivincite del pallone o del destino. Giusto così per chiudere la storia: Del Piero ha segnato il primo gol in campionato contro l’unica squadra contro cui avrebbe dovuto segnare. Nessun altro che lui poteva (e doveva) lasciare il segno. Comunque la si pensi su Calciopoli e dintorni.
Saranno state le coreografie, saranno stati quei ricordi che la Juve non ha fatto mancare all’Inter, e agli interisti, ma chissà come la gente di Ranieri ha ritrovato, per almeno 50 minuti, lo spirito vecchia Inter. Ma poi...questa è l’Inter e non sa dare di più. Partita subito viva, costellata di intraprendenza e qualche svarione d’attacco, giocata anche su qualche trovata degli allenatori. Ranieri ha lavorato di logica andando a stringere gli spazi a Pirlo, che si è ritrovato Poli alle calcagna in una marcatura vecchio stile, ma sempre efficace. Conte ha spedito subito Vidal e Caceres come siluranti. Buona l’idea, Nagatomo e Obi hanno sofferto velocità e incursioni, peccato che gli altri si siano stancati presto e l’Inter abbia trovato in Obi uno dei giocatori più efficaci nel proporre gioco ed anche al tiro. Almeno per metà gara.
Inter più credibile e Juve più goffa, più ingolfata nelle idee e nel proporre gioco. Sintesi di un primo tempo che poi si è specchiato nelle occasioni da rete: cinque per l’Inter, due e mezzo per la Juve. Qualcuna buttata (Milito e Matri al primo colpo hanno fatto cilecca), qualche altra spenta dalla bravura dei portieri. Buffon si è divertito a ribattere colpo su colpo come fosse un muro di gomma (leggi tiri di Forlan, Milito, Obi, Stankovic). Julio Cesar è stato sveglio al primo affondo bianconero creato da Vidal e Pepe. Inter anche veloce nel correre e proporsi, pressante sulle fasce (Maicon c’è stato sempre), furba nell’infilare larghi spazi vuoti lasciati dal centrocampo juventino. La Juve ha giocato dieci minuti a grande intensità, poi troppo routiniera, in attesa della ripresa. Difficile innescare Vucinic o trovare Matri. Vucinic aveva voglia di demolire da solo la difesa nerazzurra (Lucio ha provato a dargli una mano). Però, nella ripresa, è stato devastante nel calciare un pallone addosso a Julio Cesar. Segnale di poca lucidità, troppo affanno.
Ma poi basta un niente per cambiare faccia alle partite. Conte ce l’ha fatta quando ha inserito Del Piero e Bonucci. La Juve si è fatta più convinta e tranquilla, ha ripreso a giocare con aggressività fisica e l’Inter le ha dato una bella mano quando la difesa si è fatta pescare nelle solite interpretazioni da polli. Caceres ha aperto le speranze sbucando tra brutte statuine e infilando di testa il primo gol.
Nel frattempo l’Inter si era persa e dispersa. Ranieri andato in confusione sui cambi, l’Inter tornata quella annacquata di questo campionato.
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