Tourmalet Per andare sulla Luna si parte da qui: un punto invisibile del nostro pianeta che in verità è una montagna, un gigante che si staglia nel dipartimento degli alti Pirenei. Il Col del Tourmalet ha ospitato per la prima volta il Tour all'inizio del secolo scorso: era il 1910. Una salita iconica per la storia del ciclismo, una delle più amate e per questo frequentate (83 volte, anche se quassù in cima, prima di ieri, l'arrivo è stato posto solo due volte). Un serpente che sale per 20 chilometri. È la "detour mauvais", la deviazione malvagia. «Perché vanno sulla Luna, dottore», così scriveva e si chiedeva l'immensa Oriana Fallaci. Perché vanno sul Tourmalet, ci chiediamo molto più semplicemente noi. Perché ieri, per certi versi, anche questi fantastici ragazzi sono andati alla scoperta di loro stessi e delle loro possibilità.
Il primo a poggiare il proprio piede su questa vetta è stato Octave Lapize, che si rivolse agli organizzatori imprecando. «Vous êtes des assassins!», siete degli assassini. Anche Octave, a suo modo, poggiò il piede su un suolo dove nessuno era mai stato: e lui lo sapeva. Era il 21 luglio e scollinò per primo - si dice a piedi - in un percorso che comprendeva però anche l'Aubisque, l'Aspin e il Peyresourde: il «Giro della Morte». I giornali dell'epoca lo ribattezzarono il «Signore dei Pirenei». Lapize morì 4 anni dopo durante la guerra.
Vince sulla vetta magica del Tour Thibaut Pinot, il francese che più di tutti ama l'Italia, tanto da tatuarsi in italiano «solo la vittoria è bella». Vince al termine di una tappa pazzesca, di soli 107 km, corsa a un ritmo folle. Il nostro Vincenzo Nibali in fuga per 83 km, il nostro Fabio Aru che si difende come può. La Francia sotto gli occhi di Emmanuel Macron che gode e gonfia il petto: e ne ha tutte le ragioni. Il vero vincitore di giornata è però Alaphilippe. Arriva secondo D'Artagnan e difende ancora una volta e alla grande la maglia gialla; Quintana, Bardet e Porte, Mas, Daniel Martin e Adam Yates alle sue spalle sprofondano. Si difendono con le unghie Fuglsang e Uran. Tiene Landa, soffre e paga il favorito, il gallese Thomas. Per questo Alaphilippe sogna, e noi con lui.
Lassù in cima Julian ci arriva in maglia gialla e la tiene. È stranito, rapito dal paesaggio, come il primo uomo sulla luna. Appoggia i piedi dove nessuno li ha mai appoggiati, gira gli occhi dove nessuno li ha mai girati. Sa che lo stanno guardando con ammirazione, ma anche sospetto: e lui lo sa. Lentamente fa il primo passo: «Se penso di vincere il Tour? Non lo penso, ma nemmeno pensavo di vincere la crono di Pau battendo gli specialisti e di essere sul Tourmalet in giallo». Ieri, di nuovo, ha fatto qualcosa di pazzesco: e lui lo sa.
PAS
Ordine di arrivo 14ª tappa: 1. Pinot (Fra-FDJ) in 3h10'20'' (media 35,1 km/h), 2. Alaphilippe (Fra) a 6'', 3. Kruijswijk (Ola) st, 4. Buchmann (Ger) a 8'', 5. Bernal (Col) st, 19. Aru a 3'33'', 74. Nibali a 20'19''. Classifica: 1.
Alaphilippe (Fra, Deceuninck-Quick Step) in 56h11'29'', 2. Thomas a 2'02'' 3. Kruijswijk a 2'14''. 4. Bernal a 3', 5. Buchmann a 3'12'' 6. Pinot st, 20. Aru a 11'19'', 46. Nibali a 49'31''. Oggi 15ª tappa: Limoux-Foix Prat d'Albis (185 km) su Eurosport e Rai2.
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