Asfissiare i talenti, tenere il possesso di palla più a lungo possibile, e soprattutto «non sbagliare niente». La squadra allenata per la partita perfetta questa volta vuole sfidare i fantasmi del destino e abbattere le frontiere dell'infallibilità. Indosseranno le scarpette nuove, i Ticos, per la sfida con l'Italia di oggi a Recife, ma qualcuno, per superstizione, scenderà in campo con le vecchie. È l'unica disobbedienza al ct Jorge Luis Pinto, l'allenatore che guida la sua Seleccion con sentimento e terrore. Vietate le interviste, vietato l'utilizzo dei social network. La Costa Rica oggi avrà gli occhi del mondo addosso, e ha la responsabilità di accreditarsi come la squadra rivelazione dei Mondiali o di ritornare all'amaro focolare delle Cenerentole dei Caraibi.
La rosa degli undici che hanno schiacciato l'Uruguay è confermata. La stella si chiama Joel Campbell, lui sì che su Twitter cinguetterebbe volentieri. Era partito senza la figurina nell'album dei Mondiali: ne aveva comperate cinquecento e non si era trovato in nessun pacchetto, comunicando la sua desolazione su Twitter. Un assist e un goal con l'Uruguay ed è diventato il mito di una Nazione che si è scoperta tifosissima, dove tutti i dipendenti pubblici hanno l'autorizzazione presidenziale a guardare le partite della "Sele". E poi c'è Celso Borges, il regista, figlio di quel ct Alexandre Guimaraes che portò per due volte la Costa Rica ai mondiali, nel 2002 e nel 2006.
Pinto ha tenuto ore i suoi ragazzi a guardare video dell'Italia. Rallenty su Andrea Pirlo, osservazione degli schemi di difesa. Fino alla nausea. L'ultimo allenamento di rifinitura è stato svolto martedì pomeriggio a Santos. Il disegno rimane lo stesso dell'esordio con l'Uruguay, la partita quasi storica. Ora Pinto vuole la perfezione: più concretezza nell'ultimo quarto, difesa più stretta, per soffocare le incursioni avversarie, più possesso di palla. Evitare i passaggi rischiosi, ma stordire con un controllo di gioco a prova di errore. Una ragnatela per imbrigliare la fantasia. Caduti gli dei spagnoli del tiki-taka, oggi a Recife si incontreranno due tra le squadre più resistenti di questo Mondiale: nella classifica delle Nazioni più in movimento l'Italia è seconda, con 110 chilometri «percorsi» nella sfida con l'Inghilterra (dietro la Germania), quarta la Costa Rica con 108.
Pirlo e Candreva saranno gli uomini da neutralizzare. Su Candreva, in particolare, sono puntati gli occhi del minuzioso Pinto. Il ct colombiano dei Ticos è convinto che togliere le ali a Candreva significa spezzare l'anima degli Azzurri. L'uomo che dovrà contrastare il centrocampista della Lazio sarà un robusto trentenne, Junior Diaz, terzino sinistro che supera il metro e 85 di altezza. «Scenderemo in campo con serietà e umiltà», dice il portiere, Keylor Navas. I segreti della squadra? «Ci difendiamo bene e siamo abili nel contrattacco».
Ma soprattutto la Costa Rica deve abbattere lo spettro della terribile seconda partita dei Mondiali, quasi sempre fatale in tutte le ultime edizioni.
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