Rieccolo. Dopo 18 giorni torna al lavoro di Milanello e ai suoi compiti tradizionali Stefano Pioli, reduce dal Covid-19, da un'esperienza «con qualche sintomo» conclusa con una voglia matta di rimettersi in auto per raggiungere Carnago («non vedevo l'ora» racconta prima di ringraziare tutti, club, tifosi, Bonera e squadra). Nel frattempo il Milan è sempre primo in classifica e con il Celtic alle porte, compresa la possibilità di centrare la qualificazione in Europa league stasera contro gli scozzesi reduci dalla contestazione feroce dei suoi tifosi. Ma quello che conta è forse l'esperienza di allenatore vissuta da remoto con il supporto della tecnologia e le video-chiamate realizzate a fine partita per parlare a caldo con i suoi.
«Vedevo dall'alto le partite, ero collegato con le nostre riprese, e devo dire che capisco chi critica facilmente perché si vedono errori che stando in panchina non si colgono. Perciò uscivo dalle partite in tv molto più nervoso e con la consapevolezza di dover migliorare alcuni aspetti» è la sua relazione che magari può risultare utile a Prandelli, ieri finito nell'elenco dei contagiati. Da qui al 23 dicembre, il Milan entrerà in una centrifuga di impegni uno dopo l'altro, senza una sola settimana di riposo, tra coppe e mercoledì dedicati al campionato. «Dobbiamo stringere i denti, fare dei cambi perché la fatica si farà sentire» le sue istruzioni per l'uso da qui alla sosta natalizia. Che passa anche dal recupero degli indisponibili: Bennacer e Castillejo sono usciti dall'infermeria, Leao e Ibra sono ancora ai box in attesa di un recupero che non può risultare molto affrettato, niente Samp, più probabile il Parma ospitato a San Siro il 13 dicembre.
Eppure Pioli non s'iscrive al partito di quelli che «ci vuole un vice Ibra», argomento molto gettonato sulle chat e sui social dai tifosi. «Non fatemi sentire in ansia» è la risposta del tecnico che evidentemente si fida molto di Rebic (per il campionato) ed eventualmente di Colombo e Maldini, citati espressamente come esponenti della rosa nel ruolo di attaccanti. Forse, come suggerisce Capello che è un maestro in questo senso, è meglio «non toccare quei gruppi che funzionano perfettamente».
Stasera riposa Romagnoli e non Kjaer nonostante sia reduce da 16 gare consecutive (oltre alla propria nazionale) e far riemergere anche gente come Dalot, Hauge e Diaz delle cui qualità c'è bisogno di ottenere conferme importanti.
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