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Pirlo, il calcio liquido torna torbido. Dybala un caso

La Juventus va agli ottavi, per caso. La vittoria resta sull'almanacco ma è figlia di una prestazione in controtendenza rispetto alla prova contro il Cagliari

Pirlo, il calcio liquido torna torbido. Dybala un caso

La Juventus va agli ottavi, per caso. La vittoria resta sull'almanacco ma è figlia di una prestazione in controtendenza rispetto alla prova contro il Cagliari. Il calcio liquido di Pirlo è tornato torbido in Champions. Serata modestissima contro un avversario che si è illuminato di immenso grazie alla sbadataggine bianconera. L'esperimento di Dybala capitano è stata una scelta romantica e inutile, l'argentino è scarico, non serve alla squadra che non è una comunità di recupero ma ha bisogno soltanto di vincere schierando i migliori e non i reduci. Il gol di Morata offre una vittoria a smacchiare un abito sporco. Tutta la partita della Juventus è stata orribile, per testa e gambe, consentendo agli ungheresi di trovare coraggio, di andare al gol approfittando della latitanza difensiva bianconera e di un rilassamento generale, perché gli uomini di Pirlo non hanno sviluppato mai una logica di gioco, poco reattivi nei contrasti e spesso in off side. La fascia di capitano al braccio di Dybala, come detto, non ha trasferito particolari energie all'argentino alla ricerca di una identità smarrita. Un tiro in porta, di destro e poi il nulla per sessanta minuti, mentre Ronaldo, a parte il gol feroce del pareggio, non ha fatto di più, nervoso e indisponente. Mancando un centravanti vero e con Bernardeschi tornato alla fase prenazionale, la squadra ha faticato enormemente quasi impaurita e preoccupata per le iniziative del Ferencvaros vestito come il Sassuolo. Episodi di football, molta confusione anche in avvio di ripresa, Pirlo ha atteso troppo per cambiare le carte anche se erano evidenti le difficoltà della squadra. Dybala è uscito dopo un'ora, qualche minuto prima era stato mortificato da un tunnel, Morata al suo posto e Kulusevski per McKennie, cercando di dare peso e pericolosità, si fa per dire. Infatti Chiesa ha fatto peggio di Bernardeschi, mister 60 milioni vive di agonismo non supportato dall'intelligenza tattica, Morata, invece, è stato più lesto dell'argentino ma non ci voleva molto. Il suo gol toglie incubi e mortificazioni. Non ha tradito la Lazio lucidata da Ciro Immobile che va oltre le chiacchiere non da bar ma da redazione giornalistica. Netta e sicura la vittoria sullo Zenit di San Pietroburgo.

Sarà bella la prossima sfida in Germania tra il nostro centravanti Scarpa d'oro e la macchina da gol Haaland, protagonista anche ieri sera contro i belgi del Bruges.

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