Pirlo non è un caso, ma è sparito dai radar

Pirlo in panchina. Può succedere. Se però capita due volte di fila in campionato, un sopracciglio rialzato per la meraviglia ci può stare. Vero che Marchisio ne ha preso l'eredità disimpegnandosi anche più che discretamente, vero anche che da quando il numero 21 è arrivato a Torino ha giocato tutte le volte che ha potuto. Incerottato o no: era imprescindibile e Conte non lo ha mai nascosto. Qualche numero, per gradire: 3922' totali e 43 presenze da titolare lo scorso anno (meno solo di Bonucci, Barzagli e Buffon), 3705' e 41 presenze dall'inizio (primo in assoluto) nella stagione precedente. Adesso la ruota pare essere leggermente girata, al netto dell'infortunio al ginocchio patito contro l'Udinese il 1° dicembre che lo ha costretto ai box per tre partite di campionato, una di Champions (Istanbul) e una di Coppa Italia (Avellino). Quel che è successo è in effetti un po' strano: il numero 21 ha lavorato come un matto per essere presente il 5 gennaio contro la Roma. Tagliato quel traguardo, qualcosa non è più filato per il solito verso: sostituito a Cagliari da Marchisio (autore del gol che ha poi indirizzato la partita), è poi rimasto in panchina novanta minuti contro la Samp, ha giocato a Roma in coppa Italia insieme ad altre seconde linee, rimanendo poi seduto altri novanta minuti contro la Lazio. «Nessun caso - ha detto Conte nel post partita -. Eravamo in inferiorità numerica e mi servivano giocatori con altre caratteristiche».
Ovviamente non avrebbe potuto dire altro, ma la stranezza resta e adesso sarà interessante verificare quel che succederà domenica prossima contro l'Inter: una terza panchina consecutiva significherebbe pur qualcosa in una stagione in cui Pirlo era già stato bacchettato a settembre, dopo essersene andato dritto negli spogliatoi in seguito a una sostituzione non troppo gradita. Da quel momento in avanti Conte ha preteso che chiunque fosse richiamato a bordo campo debba rimanere al fianco dei compagni fino alla fine. Ecco: a Cagliari, fianco a fianco con Pepe, l'ex milanista si era pure reso protagonista di una bonaria presa in giro del suo allenatore, a vittoria ampiamente archiviata. Non risulta che Conte l'abbia presa particolarmente male, ma la cronaca dice che dopo quel 12 gennaio sono arrivate le due panchine in campionato. Altra cronaca ha invece raccontato di un'ormai certa separazione dalla moglie e di una nuova relazione con Valentina Baldini, ex fidanzata di Riccardo Grande Stevens, quest'ultimo figlio di Franzo Grande Stevens, storico avvocato degli Agnelli ed ex presidente juventino. Trattasi insomma di periodo un po' turbolento, con anche il nuovo contratto da firmare ma non ancora ufficializzato nonostante Marotta abbia parlato di «strada in discesa».
Si vedrà. Nel frattempo la Juve si gode due giorni di riposo, un Llorente da urlo (9 reti in campionato) e protegge Buffon, arrivato alla quarta espulsione da quando veste il bianconero.

Pure SuperGigi è nel frattempo finito nel frullatore del gossip, anche se la Seredova ha fatto sapere di «non avere bisogno di un avvocato matrimonialista» dopo le voci che vorrebbero il numero uno invaghito di Ilaria D'Amico: Conte ovviamente fa spallucce e intanto ringrazia Storari, splendido contro Klose. Domenica toccherà ovviamente ancora a lui, contro l'Inter e scusate se è poco: con la Roma salita a -6, bisognerà ripartire per non regalare illusioni. Con o senza Pirlo subito in campo.

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