Sergio Arcobelli
Un esordio da incorniciare. Cagliari-Atalanta è stata una festa per il debutto nel massimo campionato di Fabio Pisacane, trentenne terzino destro in forza ai rossoblù. Dopo 278 partite da professionista e «tanta gavetta», il sogno si è realizzato. Un sogno impensabile quando, allora 14enne, il giovanissimo tesserato del Genoa Calcio si risvegliò completamente paralizzato alle braccia. La diagnosi era spaventosa: sindrome di Guillain-Barré. Una malattia che interessa i muscoli respiratori e il sistema nervoso e che si manifesta con l'improvvisa paralisi, in 24 ore, degli arti. «Sono rimasto paralizzato per mesi. Sono finito in coma. Solo con l'aiuto di Dio sono riuscito a cavarmela». Un Miracolo di San Gennaro direbbero a Napoli, sua città natale.
Una volta messa alle spalle la malattia e una volta ripresa la professione di calciatore, nel 2011 la vita lo ha messo di fronte a una scelta disonorevole. Quella di truccare una partita. Nemmeno in questa occasione Fabio Pisacane cedette. Tutt'altro. Fabio non solo si rifiutò di combinare un match del Lumezzane, la squadra nella quale militava, ma decise di denunciare il tentativo di combine. Tanto che insieme a Simone Farina, altro emblema del calcio pulito, fu nominato ambasciatore del calcio dalla Fifa.
Fortuna ha voluto che Pisacane arrivasse ad Avellino e raggiungesse Rastelli, che ne ha apprezzato i valori umani e il rendimento sul campo; la chiamata in Serie A, dopo le buone prestazioni l'anno precedente nella serie cadetta, è stato un giusto riconoscimento. Dalla paralisi alla rinascita. Dalla rinascita alla Serie A. Infine, il pianto commovente al termine del match.
«Grazie a tutti quelli che hanno permesso che questo giorno arrivasse ha raccontato Pisacane -. Grazie a chi mi ha messo nelle condizioni di essere libero da pressioni e di vivere questo sport come un gioco».
Una lunghissima attesa che lo ha visto debuttare nel massimo campionato proprio nel giorno del ritorno, dopo oltre undici anni, di Gigi Riva al Sant'Elia, presente insieme agli eroi dello scudetto per rendere omaggio a Claudio Nené, l'inossidabile protagonista di quel Cagliari scudettato e scomparso due settimane fa.
Poi ci hanno pensato Marco Borriello, autore di una doppietta e Marco Sau, beniamino di casa, a travolgere gli orobici e a ricordare, seppur in un solo pomeriggio domenicale, quell'indimenticabile stagione 1969-70 che vide il capoluogo sardo sulla cima d'Italia. Insomma, c'è stata festa per tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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