Accusato di corruzione per i Mondiali in Qatar: fermato Platini

Michel Platini è stato fermato a Nanterre nell’ambito dell’inchiesta per corruzione sull’assegnazione dei Mondiali di calcio in Qatar nel 2022

Accusato di corruzione per i Mondiali in Qatar: fermato Platini

Michel Platini, ex presidente della Uefa, è stato fermato nell’ambito dell'inchiesta per corruzione sull’assegnazione dei Mondiali di calcio in Qatar nel 2022.

L'ennesimo scandalo destinato a stravolgere il mondo del calcio, secondo quanto riferito dal sito francese Mediapart: ''Platini è stato preso in custodia martedì, 18 giugno a Nanterre, come parte delle indagini sulla corruzione per l’attribuzione del Coppa del Mondo in Qatar nel 2022''. Come riporta il sito, Platini avrebbe agevolato la scelta del paese ospitante in maniera fraudolenta. La nomina del Qatar come paese ospitante del Mondiale aveva sollevato non poche polemiche: il paese arabo è stato accusato di non essere in grado di poter ospitare la Coppa dal punto di vista infrastrutturale e ci sono ancora molte controversie riguardo l’assegnazione. La decisione finale era stata presa tuttavia da Sepp Blatter, allora presidente della Fifa, e fu seguita da una serie di denunce, inchieste e arresti che travolsero il calcio mondiale fino al ricambio ai vertici del potere con l'elezione di Gianni Infantino.

L'inchiesta relativa ai Mondiali 2022 era partita nel 2016 dalla Procura francese con l'accusa di "corruzione attiva e passiva di persona che non svolge funzione pubblica". Al centro delle indagini un pranzo svolto una decina di giorni prima dell'assegnazione del torneo al Qatar tra l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy, Platini, l’attuale emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani e lo sceicco Hamad bin Jassem, allora primo ministro e ministro degli esteri dell’Emirato. Al pranzo sarebbero stati presenti anche Sophie Dion, consigliere di Sarkozy per lo sport, e Claude Guéant, allora segretario generale dell’Eliseo. Proprio Guéant, consigliere dell'ex presidente Sarkozy, è stato ascoltato dagli inquirenti e sarebbe invece indagato a piede libero. È membro dell’Unione per un movimento popolare (Ump) e tra febbraio 2011 e maggio 2012 è stato ministro dell'Interno della Francia. Secondo quanto rivelato da France Football, nel meeting segreto tenuto all'Eliseo "si discusse l'acquisto del Psg da parte del Qatar Sports Investments, dell’aumento dei qatarioti nella partecipazione azionaria del gruppo Lagardère, della creazione del canale BeInsports in Francia in cambio di una promessa: che Platini votasse per il Qatar e non per gli Stati Uniti, come aveva promesso".

Platini è stato presidente della Fifa dal gennaio 2007 all’ottobre 2015, quando lasciò l’incarico perché accusato di avere illecitamente percepito 2 milioni di franchi svizzeri nel 2011 proprio dall’allora presidente della Fifa, Blatter, come compenso per consulenze svolte tra il 1999 e il 2002. A causa di queste accuse la Fifa lo squalificò da tutte le attività calcistiche per otto anni, poi ridotti a 4, e fu costretto a lasciare nel 2015 la Uefa, sostituito da Ceferin. Nel maggio 2018, tuttavia, Platini è stato scagionato dalla magistratura svizzera, che non ha riscontrato irregolarità nel suo operato.

L'ex numero uno dell'Uefa si trova da stamattina nei locali dell'Ufficio anticorruzione della polizia giudiziaria di Nanterre ed è attualmente sotto interrogatorio. Solo pochi giorni fa accusava: "Contro di me un complotto di Tas e Fifa. Ora si puniscano i colpevoli. Non è rimasta in piedi nessuna accusa di corruzione o altro. Ho idee su chi mi abbia colpito ma non ho prove".

Nel frattempo sono arrivate le dichiarazioni dell’avvocato di Platini, William Bourdon secondo il quale il suo assistito ''non ha assolutamente niente da rimproverarsi e afferma di essere totalmente estraneo ai fatti'' e ''sta rispondendo serenamente e con precisione a tutte le domande, comprese quelle sulle modalità di assegnazione di Euro 2016, e ha fornito spiegazioni utili. È assolutamente fiducioso per il resto''.

Il comunicato diffuso dai media francesi precisa inoltre che: ''Non si tratta in alcun modo di un arresto ma viene ascoltato come testimone, in una condizione voluta dagli inquirenti che permette di evitare che le persone ascoltate possano accordarsi fuori dalla procedura''.

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