Roma«L'inchiesta è ancora lunga, siamo in un pozzo senza fondo». Il Procuratore capo della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, non usa mezzi termini a margine del convegno «Match-fixing, attacco alla credibilità dello sport», organizzato, come riporta Agipronews, dal sito specializzato LexGiochi.it e dalla Lega Pro nella sede dell'avvocatura di Stato di Roma. «L'indagine è ampia e ha dei numeri tali che consente di dare uno spaccato del fenomeno - ha detto ancora Di Martino -. Ci sono 100 partite sotto inchiesta, 160 indagati e 200mila intercettazioni telefoniche tra le persone coinvolte. E secondo un pentito, il 70% dei calciatori scommette sui match».
Ai primi di maggio dovrebbero arrivare i deferimenti sportivi del filone-bis di Bari e a campionato finito dovrebbero essere celebrati i processi. Il procuratore Ciro Angelillis ha sottolineato che «sono aperti ancora un paio di tronconi, ma la maggior parte sono definiti. E il 10 maggio partirà il processo penale su Bari-Lecce, anche se l'80 per cento delle posizioni legate ad associazioni a delinquere sono state chiuse con i patteggiamenti». Tempi più lunghi per il filone-quater di Cremona. «Ho consentito di fare interrogatori alla giustizia sportiva prima di quella ordinaria per non lasciarla in stand by - sottolinea Di Martino -. Il giudice ordinario ha interesse che le persone riferiscano i fatti, ma il soggetto non coinvolto penalmente, che ha paura di subire sanzioni disciplinari sportive, è indotto a non parlare. Questa è una situazione da sanare». «I calciatori temono più la pena sportiva che il carcere, se non si mette mano alla norma facciamo la guerra con le armi spuntate. Si potrebbero confiscare i beni ai calciatori corrotti», aggiunge Angelillis.
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