La pole è di super Marquez Valentino: «Io guardo Jorge»

Il campione iridato è tornato: «Posso rimontarli» Rossi, solo sesto tempo: «Mi basta battere Lorenzo»

Marc Marquez gira un film già visto. Il campione del mondo firma la pole del Gp di Germania alla sua maniera. Sembra di essere tornati indietro di un anno: lo spagnolo si prende la prima tacca della griglia con un giro record come spesso gli era capitato nel 2014; come già detto usa la moto della passata stagione; ora ha anche ritrovato il sorriso dell'anno scorso e lo dice lui stesso: «La faccia è cambiata». E forse è ancora in tempo per cambiare quel Mondiale che la classifica per ora riduce a una questione in casa Yamaha, tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Ma con Marquez mai dire mai. D'altra parte lui ha già dimostrato, proprio l'anno scorso, di saper vincere dieci gare di fila: «Ci metterei la firma...» dice con un sorriso largo così che nasconde ma non troppo che la pazza idea lo sfiora.

Intanto la prepotente rinascita nel cuore della Sassonia, anticipata già dalla vittoria «morale» di Assen, è un segnale ai due rivali, un avvertimento a non rilegarlo a semplice arbitro della sfida, nel senso di togliere punti preziosi ai contendenti. La pole da paura al Sachsenring, la quarta stagionale a quasi due mesi dall'ultima di Le Mans, con il primato della pista abbassato di oltre mezzo secondo non ammette fraintendimenti: Marquez è tornato, ma forse non se n'era mai andato. Che si ritrovi proprio sul circuito tedesco, dove la Honda sta comoda come nel salotto di casa, come conferma il dominio dal 2010, e lo stesso Marquez vince da cinque stagioni di fila, non è l'unica spiegazione. E se anche Dani Pedrosa firma il secondo tempo e torna in prima fila come non gli capitava dalla gara d'esordio in Qatar, significa che alla Yamaha non possono permettersi di guardare solo in casa propria. E poi anche a parole Marquez non nasconde il pensiero stupendo che gli frulla in testa: «Non mi sento fuori dalla lotta per il titolo». Lo dice perché campione in carica e prima di abdicare vuole vendere cara la corona, come già dimostrato ad Assen. Il sorriso è quello dei bei tempi, come le parole: «Quando ho visto il tempo...mi sono detto “ok basta perché dopo un giro così al prossimo arriva la caduta”.

Oggi al Sachsenring dunque si preannuncia una gara stile Austin: monologo di Marquez, gli altri a giocarsi la piazza d'onore con un Pedrosa, allora infortunato, in più. Ma sarebbe un secondo posto fondamentale nella lotta al titolo. Rossi vuole girare primo alla boa del campionato, gli basta stare davanti a Lorenzo. Intanto però parte dietro, sesto, e vede i tubi di scarico del compagno, terzo. Al suo fianco avrà due Ducati, Iannone buon quarto e la sorpresa Hernandez. Comunque il Dottore dovrà partire bene per non perdere tempo dietro le Ducati. «Una seconda fila che non è male», abbozza il Dottore che ammette «ma potevo fare di più». La pole di Assen resta un'eccezione, però per Vale la gara è sempre un'altra storia: «Ci provo anche se Marquez è più veloce». Dovrà gestire le gomme, ma non troppo: «La gara è lunga. Bisogna partire forte dall'inizio, altrimenti qui è dura». Dall'altra parte del box Lorenzo sorride per la prima fila: «Un giro quasi perfetto per la nostra moto». Poi fa pretattica: «Non abbiamo chiaro il setup della gara».

Chi ha le idee chiare è sicuramente il Marquez versione 2014: «Possiamo fare la nostra gara, voglio divertirmi». Tradotto: posso di nuovo cavalcare l'Honda come piace a me. Non in strada perché non ha la patente, ma quando Marquez è così, in pista fa quasi sempre rima con vittoria.

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