Polveriera viola, è sfida a chi la spara più grossa

Bernardeschi, gastroenterite. Colpa della Signora E Kalinic con il mal di casa, sognando il Diavolo

Polveriera viola, è sfida a chi la spara più grossa

Moena - Firenze bolle di caldo, temperatura percepita intorno a 40 gradi, e di rabbia mista ad incredulità. Mentre la squadra prosegue la preparazione a Moena, guidata dalla saggia motivazione di Pioli, il gruppo storico perde pezzi d'autore. Seppur per ragioni diverse, la vecchia milizia, fedele prima a Montella e poi a Sousa, è stata smantellata: Ilicic all'Atalanta, Gonzalo Rodriguez al San Lorenzo, Borja Valero all'Inter sono stati i primi a salutare il Cupolone. In procinto di farlo, trattasi di ore, Bernardeschi alla Juve, Kalinic al Milan e Vecino all'Inter. Mettiamoci anche Tatarusanu - Sportiello promosso titolare - in direzione Nantes di Claudio Ranieri. Se non è Guinness dei primati, ci manca poco. Sminato un telaio che nel suo ciclo aveva raccolto 4 partecipazioni consecutive all'Europa League, una finale di Coppa Italia e una semifinale continentale col Siviglia dei trionfi.

Firenze è spaccata, nella miglior tradizione dei Guelfi e Ghibellini. C'è chi è arrabbiato ma ha voglia di dare ancora fiducia alla società, c'è chi - tra questi gli ultrà della Fiesole - ha scelto di contestare la proprietà. I Della Valle sono sull'Aventino dal 26 giugno, quando hanno messo in vendita il club viola attraverso un comunicato che spiegava «la disponibilità, vista l'insoddisfazione di parte della tifoseria, a farsi da parte e a mettere a disposizione la società di chi voglia acquistarla». Come finirà non è possibile saperlo, ad oggi nessuno ha bussato alla porta dei fratelli Tod's. I Della Valle hanno garantito comunque pieno sostegno alla dirigenza nello svolgere il proprio compito, ma è innegabile che l'impatto di quel messaggio sia stato dirompente sulla Firenze pallonara e pure sul resto del calcio italiano. Corvino, direttore generale, si è ritrovato a fare un mercato in mezzo alla tempesta. Chi aveva dubbi circa la possibilità di rimanere a Firenze ha scelto volentieri altre strade. Juve, Inter e Milan si sono lanciate sulle prede appetibili dei viola anche se Corvino sta provando a ricavare il massimo. Bernardeschi, dopo aver sparato al vento il proprio amore alla Juve, per questo non ha rinnovato il contratto (i viola avevano offerto 12,5 milioni netti per 5 anni), è stato scaricato dai tifosi. La Fiorentina chiede 45 milioni più bonus, la Juve è ferma a 40, ma presto si troverà la sintesi.

In mezzo alla bufera il numero 10 ha dovuto smentire anche delle frasi, attribuite a suo padre, che aveva incendiato ancora di più Firenze. Poi, la ciliegina finale: ieri Bernardeschi ha prodotto un certificato medico accusando una gastroenterite. Doveva venire in ritiro a Moena, meglio così Kalinic, invece, dopo i primi giorni in Trentino è andato in Croazia, per «ragioni familiari». Mentre era a casa ha subìto anche un furto nella sua abitazione. Intanto aveva dichiarato sentimento forte per il Milan. È tornato in ritiro solo per una notte e ieri è ripartito «per alcune pratiche burocratiche dopo il furto». Tutto giusto, ma dietro a questo c'è il Milan. Due episodi che dovrebbero consentire a Bernardeschi e Kalinic di non toccare più Firenze Lunedì rossoneri e viola chiuderanno l'affare tra i 25 e i 30 milioni.

Vecino è una storia a parte: ha una clausola di 24 milioni, ha già detto sì all'Inter, i nerazzurri pagheranno la cifra e la Fiorentina non potrà opporsi. Pare difficile oggi immaginare un futuro per questa Fiorentina: eppure Pioli ci crede e si impegna. Corvino è convinto di fare una squadra competitiva grazie a circa 90 milioni di tesoretto.

Pantaleo è abituato a lottare, ma stavolta è dura anche per lui. Primo colpo? Dovrebbe essere il Cholito Simeone, ma servono 20 milioni. A centrocampo dovrebbe arrivare dall'Aston Villa Veretout (nel 2013 Mondiale Under 20 con la Francia). C'è tanto da lavorare perché Firenze bolle.

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