«Porto qualità e gol Ma questa Inter era già da scudetto»

Mancio ha fretta. L'ex doriano subito in campo domani nella sfida con i rossoneri come Sneijder ai tempi di Mourinho

Claudio De Carlinostro inviato a Appiano G.«Ha una sventola da paura, sa giocare dietro le punte», è il primo giudizio in maglia nerazzurra di Wesley Sneijder, fine agosto 2009, Milan-Inter 0-4, l'olandese era arrivato il giorno prima senza nulla osta e non aveva svolto neppure un allenamento ma Josè Mourinho lo schierò ugualmente dal primo minuto. Ieri dietro al tavolo di Appiano dopo aver sventolato la 23 lasciata libera da Andrea Ranocchia, c'era Eder Citadin Martins, qualcosa in comune, ma senza esagerare.Mancini che fino a un'ora prima cercava un centrocampista per mettere ordine al disordine, ha dato un'occhiata alla classifica cannonieri e ha scoperto l'inevitabile, nessun interista fra i primi, tutte quelle che tirano a qualcosa di grosso ne hanno almeno uno, perfino il Milan, e allora ha fatto la cosa più semplice, ne ha preso uno già pronto, Eder, vicecapocannoniere con la Samp, 12 reti come il fenomeno Dybala. Una cosa a metà fra la punta e il centrocampista, fra il bomber e il trequartista, uno che vale due, segna più di Sneijder, tira anche lui le punizioni, gioca per gli altri. Doveva arrivare la scorsa estate, si è presentato ieri sera verso le 17,30 a 29 anni, fuori era già buio, magari fa più lui in questa seconda parte della stagione che tutto il gruppo di punte e mezze attuali messe assieme. Il Mancio ci spera e tutto lascia pensare che lo schiererà subito domani sera nel derby, proprio come fece Josè con Sneijder. Certo che ce ne ha messo di tempo prima di arrivare: «Sì, sono in Italia da undici anni, sei squadre, sempre in prestito - ha detto -. Poi quando sono arrivato alla Sampdoria ho messo la testa a posto». Si è fatto subito l'idea di cosa lo attende qui a Milano quando gli hanno chiesto se a suo avviso Mancini abbia fatto la scelta giusta: ma perché secondo lei l'ha voluta a tutti i costi? «Credo per la qualità e anche per i gol», ha risposto quasi schernendosi, ma ha subito spiegato cosa intende per vittoria: «Il gol è importante ma penso a un giocatore come Callejon, un solo gol ma tanto lavoro per la squadra. Io mi sento come lui e poi non credo che uno da solo possa cambiare una squadra. Credo che l'Inter avesse la possibilità di vincere il campionato anche senza l'arrivo di Eder». Detta all'aperto avrebbe sollevato la ola dei tifosi.Il management è entusiasta, il Ceo Michael Bolingbroke gli ha aperto un'autostrada: «Siamo contenti di accogliere Eder in squadra. È un giocatore con grandissime qualità ed esperienza internazionale. Darà una nuova dimensione al nostro gioco e sarà una soluzione in più per Roberto Mancini». Anche una grana in più visto l'ammasso di punte e mezzepunte nella rosa, qualcuno adesso cresce ed è già iniziata la ricerca di chi resterà con il cerino in mano. Eder però ha capito subito dove stava finendo la storia: «Io al fianco di Icardi? Non lo so, come faccio a saperlo, queste sono scelte di Mancini». Sarà poco, ma perlomeno ha capito che tutti quelli che gli stanno attorno li ha scelti il Mancio, che poi non ci ha messo un minuto a prenderli a fucilate quando non ubbidivano. Adesso è all'Inter, grande club, grandi ambizioni, a 29 anni è un treno che non passa un'altra volta: «Questo lo so. Ma vuole anche dire che ci sono arrivato, con lavoro e sacrificio», insomma non sono un raccomandato, avrebbe potuto aggiungere. L'Inter ci punta molto, anche se è abbastanza mortificante riconoscere che tutti gli acquisti estivi finiscano in seconda linea, come se fossero stati ritenuti incapaci di raggiungere l'obiettivo senza l'arrivo di Eder. Mancini voleva lui più di Soriano, l'uomo d'ordine, per arrivarci ha dato il via libera a Dodò, al capitano Ranocchia e si è tirato fuori dalla corsa per Jacopo Sala, jolly di fascia destra che a Verona ha occupato più ruoli, esterno difensivo, interno di centrocampo, giovane, di grande prospettiva, sono sacrifici ma in cambio Piero Ausilio ha già raggiunto un mezzo accordo per Roberto Soriano a giugno.

La Samp si consolerà con Quagliarella, si dice che vince chi prende meno gol ma poi sono sempre le punte quelle che decidono i destini delle squadre e Galliani si è tenuto stretto il suo Niang rifiutando 16 mln dal Leicester di Ranieri.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica