«Potevo esserci io a sfidare la mia Juve con il mio Real»

«Potevo esserci io a sfidare la mia Juve con il mio Real»

«Affrontare la Juventus sarebbe stato emozionante. C'è stato un momento in cui il mio nome è saltato fuori per sostituire Mourinho al Real, poi il presidente Perez ha fatto altre scelte». Michael Laudrup, 49 anni, e allenatore dello Swansea, è il grande ex di Real Madrid e Juventus. Anche se lui ci tiene a precisare di essere un ex juventino. «Ho giocato in entrambe le squadre. La Juve era un sogno che accarezzavo, il Real ha rappresentato la vendetta nei confronti del Barcellona e di Cruyff. Mi lasciò fuori nella finale di Champions con il Milan di mio fratello Brian. Sono andato a Madrid per regalargli qualche sofferenza e ci sono riuscito».
Juventus tutta la vita quindi?
«Certo. Se devo ringraziare qualcuno in particolare dico Giovanni Trapattoni. Ho imparato molto con lui in quei quattro anni, soprattutto a non mettere troppa pressione agli atleti. Il clima era sereno e lui interveniva solo a correggere gli errori. A Torino sono cresciuto come calciatore, ma grazie al Trap anche come uomo».
Il momento più bello in maglia bianconera?
«Il successo di Tokyo nella coppa Intercontinentale. Accusavano Trapattoni di essere un difensivista e lui schierò me con Platini, Serena e Mauro. Praticamente eravamo quattro attaccanti contro l'Argentinos»
Guarderà la sfida del Bernabeu?
«Sì e credo che sarà una gara molto equilibrata. La Juve ha convinto poco in Champions nelle prime uscite. Con Tevez si è assicurata un giocatore che può cambiare le sorti in qualsiasi momento. Però il Real ne ha almeno tre con le stesse caratteristiche, a partire da Cristiano Ronaldo».
Un paragone tra il Laudrup degli anni Ottanta e il portoghese potrebbe reggere?
«Rapidità e abilità nel saltare l'uomo sono simili. Ho visto però solo un fenomeno nella mia carriera, Maradona, e un solo leader, Platini. Tutti gli altri possono essere al massimo grandi calciatori».
Ancelotti o Conte?
«Carlo è un'istituzione, Conte è un po' la grande novità degli ultimi anni. Ammiro molto Ancelotti e saprà dare il suo stile anche al Real Madrid».
Lei ha sfiorato il Real da allenatore, le piacerebbe tornare in Italia?
«Credo che mi fermerò un po' qui e poi per il futuro c'è tempo. In Italia purtroppo c'è troppa pressione.

Manca la volontà di aspettare. In Inghilterra Ferguson è stato allo United per circa trent'anni, Wenger quasi diciotto all'Arsenal e negli ultimi sette non ha vinto nulla. Da voi, al primo passo falso scatta l'esonero».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica