Sembra l'under 21 ed è invece la nuova, giovanissima Italia che Cesare Prandelli battezza alla fonte calcistica dell'Inghilterra, stasera a Berna. Sembra l'under 21 perché molti giovanotti, alle prime armi e alle prime convocazioni in azzurro, sono reduci dall'apprendistato con Ciro Ferrara e faticano persino a ritagliarsi un posto da titolare nei rispettivi club. Non è una rivoluzione insensata, prende le mosse dall'impossibilità di arruolare napoletani e juventini, e finisce col diventare una grande opportunità prima che l'inizio delle qualificazioni per il mondiale riporti alla ribalta molti dei protagonisti del brillantissimo secondo posto conquistato a Kiev. «Sono sempre più convinto che con qualche giorno in più di riposo, avremmo avuto un rendimento diverso durante la finale», l'unico rimpianto firmato da Cesare Prandelli, capace però di non farne una malattia o peggio ancora la sua personale ossessione. Semmai un comodo trampolino di lancio da cui ripartire per il prossimo, impegnativo viaggio. Già perché con il pennacchio di vicecampione d'Europa, non è poi così agevole presentarsi in Bulgaria o persino a Malta e riscuotere applausi, gol e consensi.
Sembra l'under 21 ed è invece la nuova Nazionale resa sbarazzina dalla presenza di molti promettenti talenti che guardano al futuro torneo, come all'occasione per spiccare il volo verso carriere suggestive. Mattia Destro, centravanti di conio interista, appena finito alla scuola di Zeman dopo un lungo e curioso girovagare, è forse il portabandiera di questo plotone di belle speranze che fa la sua prima apparizione in una sfida che non ha niente di amichevole e che anzi sembra destinata a prolungare l'eco del quarto di finale di euro 2012, deciso ai calci di rigore, Diamanti e Buffon i protagonisti decisivi, Pirlo l'uomo del cucchiaio che mise soggezione al gigante del Manchester City schierato in porta. In tempi non sospetti, Prandelli ha giudicato un'autentica fortuna che Destro sia finito a Trigoria: con Zeman può solo diventare un bomber di sicuro rendimento, come capitò in passato a Baiano e Signori (ai tempi del Foggia), a Bojinov e Vucinic (ai tempi del Lecce) fino a Insigne e Immobile (nella recentissima esperienza del Pescara). Al suo fianco può avvalersi del contributo di El Shaarawy, promosso a Milanello e a Coverciano, per meriti non propriamente tecnici. Servirebbe adesso dal ragazzo con la cresta una bella striscia di prodezze e di resa ad alto livello per tener fede alle promesse.
«Cerco ragazzi pronti per la nuova Italia, cerco ragazzi capaci di reggere la tensione. Se dovessi tornare da Berna con 2-3 nomi di azzurri già pronti per la qualificazione mondiale mi riterrei soddisfatto»: è questo il pensiero autentico di Prandelli che si muove col coraggio dell'innovatore, mitigato anche da un sano realismo. Perché l'attacco è nuovo di zecca d'accordo, ispirato da Diamanti che ha seminato benissimo in Polonia, perché anche la difesa si avvita su una coppia inedita rappresentata da Ogbonna e Astori, ma il centrocampo propone un bel trio collaudato, composto da Aquilani, De Rossi e Nocerino, non sfigurerebbe in qualsiasi club di serie A d'alto lignaggio. Scelta da condividere perché un conto è lanciare giovanotti alle prime esperienze, e un altro conto è spedirli allo sbaraglio pensando che l'amichevole con l'Inghilterra di Ferragosto conti poco, quasi niente, e che l'importante sia scaldare il posto ai titolari rimasti a casa. Perciò l'altro osservato speciale, il parigino Verratti, può trovare posto soltanto nella ripresa e non è detto che lo schieramento successivo venga modificato completamente (i sei cambi concordati con Hodgson non saranno esauriti all'intervallo). «Cerco ragazzi che colgano al volo lo spirito azzurro» è l'ultimo avviso spedito al gruppo dal Ct che con Cassano rimasto a Milanello ha di fatto lanciato un messaggio cifrato a tutti gli altri esponenti reduci da Cracovia. Il milanista ha fatto pubblicare sul sito della società una dichiarazione («voglio arrivare al mondiale in Brasile») di sapore romantico.
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