Professione panchinaro: la nuova vita di Buffon. Ma oggi toccherà a lui

Gigi dall'inizio a Verona, senza il n°1 e la fascia Vuole il record di 647 presenze di Maldini. È a -7

Professione panchinaro: la nuova vita di Buffon. Ma oggi toccherà a lui

Dal 19 maggio 2018 al 20 settembre 2019. Avversario, sempre il Verona. In porta, per la Juventus, Gianluigi Buffon. Sedici mesi fa, con la maglia numero 1. Oggi, con il 77. Perché, nel frattempo, SuperGigi ha cambiato pelle. Aveva salutato tutti, quel 19 maggio: Allegri lo aveva sostituito dopo poco più di un'ora per regalargli l'omaggio del suo pubblico, la commozione si era impossessata dello Stadium e l'avventura da calciatore pareva davvero finita. Poi, come non detto: l'offerta (accettata con entusiasmo) del Paris Saint Germain, la Ligue 1 vinta, il mancato rinnovo e, infine, il ritorno a Torino. Non da dirigente, come sembrava, ma ancora da calciatore. A 41 anni compiuti. Per rimettersi in gioco. Senza pretese. «Il titolare è Szczesny», aveva subito detto. Così è stato, in effetti. Chiellini gli aveva offerto la fascia di capitano, anche: «No, grazie», la risposta garbata. E, quando il polacco si era detto disponibile a rinunciare al numero 1, lo stesso Buffon aveva declinato: «Scelgo il numero 77». Ovvero quello che indossava ai tempi del Parma, prima di arrivare in bianconero: un ritorno alle origini. A quando il ragazzino sognava di vincere tutto, non sapendo che ce l'avrebbe quasi fatta: dove il quasi si riferisce alla Champions, sempre inseguita e mai alzata.

Ecco: oggi si riannoda un filo. «Una partita, Juventus-Verona, che per me non può essere normale», ha scritto ieri il portiere su Instagram. Certo che no, ovviamente. Salvo sorpresissime dell'ultima ora, rivivrà una giornata da titolare e lo farà davanti al suo pubblico: sarebbe anche carino se il suo ritorno servisse a placare gli animi di una curva Sud che si annuncia sul piede di guerra, dopo essere stata decapitata in settimana dall'inchiesta giudiziaria Last Banner. Probabilmente non succederà e, anzi, il clima si annuncia piuttosto teso sia dentro che fuori dallo stadio: le forze dell'ordine avranno il loro da fare, questo purtroppo pare certo. Magari Buffon getterà un occhio anche sugli spalti e magari no. Mentre Bernardeschi, sempre via social, ha risposto all'intercettazione che lo accusava di aver lanciato una maglia a tifosi non inquadrati: «Non faccio distinzioni politiche, né calcoli su quale gruppo sia meglio scegliere. Per me non esistono tifosi più o meno degni di ricevere il mio affetto».

Intanto Buffon giocherà i primi minuti della sua diciottesima stagione in bianconero. Altri ne arriveranno, perché l'obiettivo è quello di superare Paolo Maldini, tuttora primatista assoluto nella speciale classifica delle presenze in serie A: l'ex capitano rossonero è arrivato a quota 647 gettoni, mentre SuperGigi si era fermato a 640. L'inseguimento ripartirà oggi, in una di quelle partite che nelle ultime stagioni il cannibale lasciava ai suoi secondi per riposare la schiena e ritemprarsi nel senso più generale del termine. Quest'anno toccherà a lui raccogliere quanto Szczesny gli lascerà: i ruoli sono definiti, polemiche non ce ne saranno, dubbi nemmeno.

Di contorno (o quasi), una partita che la Juve affronterà con il solito Ronaldo affamato di gol e

qualche avvicendamento. Non troppi, però: «In Italia c'è la fissa del turnover, io faccio giocare chi sta meglio», ha detto ieri Sarri. Che potrebbe comunque fare partire dal primo minuto Bentancur, Emre Can, Rabiot e Dybala.

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