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La promessa di Angelina: "Papà, sarò sul ring per te"

La Carini non voleva partire. E il padre: "Più forte combatterai, più il mio cuore riprenderà a battere"

Angela combatterà soprattutto per papà. Perché papà sta male, molto male. Non sa, non può saperlo, sarebbe un miracolo, se i suoi pugni potranno servire a farlo guarire. Certamente lo aiuteranno a resistere, a lottare, ad aspettarla per riabbracciarla al rientro da Tokyo. Angela Carini è una delle quattro pugili italiane che hanno conquistato il pass per i Giochi Olimpici. Ieri, insieme a Irma Testa, Rebecca Nicoli e Giordana Sorrentino, è salita sul volo in direzione Tokyo, dove per la prima volta in cent'anni di storia non ci sarà neanche un uomo del ring azzurro. Alla gioia per la trasferta olimpica inseguita a lungo fa da contraltare un volto serio e triste. Dicono che sia rimasta a lungo indecisa se partire o no.

Non sono e non sono stati giorni semplici per Angela, 22 anni, napoletana. Suo padre Peppe, infatti, ha fatto temere il peggio, lui che da vent'anni è ridotto su una sedia a rotelle a causa delle ferite riportate mentre era in servizio. Aveva appena due anni Angela quando vide quella scena. È per questo che Angela ha poi deciso di fare il poliziotto, una tradizione tra l'altro trasmessa dal nonno al padre e dal padre alla figlia. Ma non le bastava: il suo sogno erano le Olimpiadi. Sognava un futuro nel tiro a volo, ed invece il destino le ha riservato altro. E pensare che la madre voleva che Angela facesse la ballerina Quando ha visto però il padre perdere la testa per il fratello pugile Antonio, ha preso una decisione: «Sai che c'è? Voglio salire sul ring» ha detto.

Angela ha cominciato in garage a sfidare il fratello, due anni più grande. È in quel momento che Angela è diventata Tiger, una tigre, come la chiamano i suoi tifosi. Ma mentre il fratello ha smesso, lei ha continuato per quella strada che prima l'ha vista trasferirsi a Marcianise terra di pugili - e poi l'ha portata ad ottenere il pass per Tokyo nella categoria pesi welter (69 kg) nel torneo preolimpico di Parigi. La dedica, ovviamente, era per il papà. «Te lo meriti, i tuoi sacrifici sono ricompensati», ha scritto il padre alla figlia in lacrime.

Ma dopo i colpi assestati sul ring, sono arrivati quelli più duri, fuori dal quadrato, che fanno male perché non li puoi parare. Ecco che a pochi giorni dalla partenza per il Giappone il padre ha una crisi. Le sue condizioni si aggravano. Sono momenti di apprensione per Angela, che nel frattempo sta preparando un'Olimpiade. Sui social, scriverà: «Io combatterò sul ring olimpico, tu combatti il ring della vita. Ma combattiamo, lottiamo, io e te non siamo abituati a perdere. Io e te siamo vincenti». Ieri il padre, con un filo di voce, in un video pubblicato da Angela, ha trovato la forza di spingerla a partire: «Io sono qui, e più tu combatterai forte, più il mio cuore riprenderà a battere. Più tu ti arrendi, e più il mio cuore si arrende. Portami una medaglia».

Prima di salire sull'aereo per Tokyo, c'è lo spazio per un ultimo messaggio. È lì che Angela rivela la promessa fatta a suo papà: «Questa volta non ti sistemo sulla tua carrozzina, questa volta non ti stringo forte a me prima di andare via, questa volta è tutto diverso. Ci siamo fatti questa promessa, mi hai detto qualsiasi cosa succede tu vai a Tokyo e vinci per me. Io ti ho fatto una promessa e come vedi stamattina parto per Tokyo ad onorare la nostra bandiera e coronare il nostro sogno. Sei da sempre la mia forza, il mio punto di riferimento e oltre ad essere mio padre sei il mio migliore amico. Io vado a mantenere la nostra promessa, tu continua la tua lotta e dimostrami ancora una volta quanto sei forte. Ti amo, la tua Angelina». Ci sono battaglie che si combattono insieme. Sia sul ring che nella vita.

Questa è proprio una di quelle.

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