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"Pronto a sfidare Vale in auto dopo le moto. E con le scuse a Marc..."

Lo spagnolo e il titolo 2015: "Un mea culpa con Marquez avrebbe cambiato il corso delle cose"

"Pronto a sfidare Vale in auto dopo le moto. E con le scuse a Marc..."

«Jorge un autografo». La ressa davanti al garage di Q8 High Perform tradisce la presenza del 5 volte Campione del Mondo MotoGP nel paddock del Mugello Circuit in occasione dell'ACI Racing Weekend. Lo spagnolo sorride e si ferma per una foto. È il prezzo della fama per una carriera stellare in moto e il caloroso supporto del pubblico per il futuro nelle quattro ruote. Jorge Lorenzo è tornato nel paddock come commentatore del Motomondiale per la TV spagnola e al volante di una Porsche 992GT3 nel Porsche Carrera Cup Italia, il campionato tricolore monomarca, che ha fatto tappa all'Autodromo della Ferrari e lo ha visto chiudere 11°.

Che effetto fa tornare al Mugello dove ha vinto ben sette volte in moto?

«Questa è la mia pista per eccellenza, molto tecnica con curve impegnative dove è importante far scorrere la moto. Su questo tracciato ho sempre fatto bene, non ultimo la prima vittoria con Ducati nel 2018».

Quanto è impegnativo il passaggio dalle 2 alle 4 ruote?

«Cambia la prospettiva. La guida è meno fisica. Per esempio, in auto non ti muovi come fai sulla moto per il trasferimento del peso. Ti senti più protetto. Continuo ad avere una guida pulita, ma ancora non conosco tutti i segreti. È solo la mia terza gara e corro con piloti con molta più esperienza».

Piloti di nasce. Quanto è stata dura smettere?

«È stato difficile ma adesso questa dimensione è perfetta. Mi diverto come un bambino senza la pressione della MotoGP. Dentro resto pilota, affronto le corse con la stessa professionalità, ma la macchina è meno esigente e soprattutto meno fisica. Prima mi allenavo sei ore al giorno ed ero sempre a dieta, adesso mi basta un'ora al giorno, mi controllo nel mangiare, ma posso godermi di più la vita. Viaggio per piacere, non solo per lavoro».

Guardando alla MotoGP, Quartararo punta al bis.

«Fabio è il più forte, sia a livello mentale che in velocità. Se fosse sulla Ducati farebbe ancora più paura. È un pilota completo, anche se la Yamaha non è la miglior moto. La vera sorpresa di questa stagione invece è Aleix Espargaro con l'Aprilia, mentre Bagnaia pur essendo veloce, ha fatto tanti errori».

Chi potrebbe essere il suo erede?

«Penso ai primi in classifica. Quartararo, Bagnaia e Martin sono molto forti e vedo delle somiglianze con il mio stile di guida, come l'esplosività di Martin, la precisione di Bagnaia, e infine Quartararo, che corre con la mia stessa moto e presenta dei tratti che ci avvicinano».

Cosa le manca del Motomondiale?

«Vincere. Quando hai ottenuto tanti successi e provato il sapore della vittoria, il distacco non è facile, ma queste sono tappe della vita».

Per la prima volta dopo 30 anni e campioni del calibro di Doohan, Biaggi, Rossi, Stoner e anche lei, complice l'assenza di Marquez, la MotoGP si trova senza forti personalità.

«Sì, sono fondamentali per far appassionare la gente. Manca una star».

Con il ritiro di Valentino Rossi sono finite anche le grandi rivalità?

«Tutti hanno delle buone relazioni e sembrano quasi amici, complice lo scambio di like sui social. Questo dà onore allo sport, perché ci vuole rispetto, ma i grandi duelli hanno da sempre acceso le corse. La rivalità era nell'aria. Penso allo sguardo feroce di Gibernau verso Rossi a Jerez nel 2005. Le scaramucce anche fuori dalla pista tra Biaggi e Valentino...».

Parlando della sua rivalità con Valentino, come si è sentito a batterlo con la stessa moto?

«È stata una bella soddisfazione che mi ha fatto guadagnare molta fama perché erano gli anni in cui Valentino era ai massimi livelli».

Quanto è stato difficile dividere il box con una star come il Doctor?

«È stata dura. Senza un carattere così forte, probabilmente sarei stato sconfitto anche sul piano mentale, perché Valentino aveva tutta l'attenzione. Era amato da tutti e questo mi faceva sentire più piccolo. Ma sono stato determinato. Una volta abbassata la visiera, il mio unico obiettivo era dare gas e vincere».

Ritornando al 2015, quale la sua versione?

«Quell'anno avrei potuto vincere il titolo molto facilmente perché ero il più veloce, ma alla domenica mi succedeva sempre qualcosa. Così è stata una stagione sofferta. Tanti i fattori, ma non dobbiamo dimenticare il GP d'Argentina per quel che riguarda la questione Rossi-Marquez. Valentino aveva fatto cadere Marquez senza chiedergli scusa nel post gara. Marquez non l'ha digerita. Credo che le scuse avrebbero cambiato il corso delle cose».

Lorenzo è oggi un pilota felice?

«Sono sereno e soddisfatto. Apprezzo la salute, la mia condizione economica e soprattutto il tempo libero.

Se dovessi pensare a qualcosa felice nel futuro, penserei ad un figlio».

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