Le pulci al calciomercato: «Prima vendere». Ma a chi?

«Il nostro obiettivo era incrementare il tasso tecnico e migliorare la nostra competitività dentro e fuori dal campo. Sono davvero entusiasta degli acquisti di Hernanes e D'Ambrosio, rafforzeranno la squadra e le daranno maggior equilibrio». Così Erick Thohir pochi minuti prima di salire sull'aeroplano. Un po' meno sorridente del solito ma la sua è stata una sei giorni italiana veramente pesante, o forse lo avevano già avvisato dell'impossibilità di schierare Hernanes questa sera allo Juventus stadium per questioni burocratiche, visto d'esecutività e garanzie bancarie verranno depositate solo domani alla riapertura della Lega calcio. Poche colpe all'Inter, il contratto è stato presentato alle 22,15, segno che fino all'ultimo c'è stato da fare e Lotito ha fatto sudare. Il brasiliano sale sul pullman e guarda, Mazzarri ha assicurato che la partita l'aveva preparata a prescindere dal mercato. C'è Ranocchia, con la valigia pronta per la Turchia (Galatasaray), dove si tratta fino a domani sera. Però non è stato convocato Fredy Guarin in odore di rinnovo fino al 2017: «Ma non credo sia sicura la sua cessione a giugno», ha spiegato il tecnico. Non è semplice capire, odore di rinnovo e probabile cessione sono due cose che non stanno assieme, ma in questo mercato tante storie hanno contraddetto o ribaltato completamente quanto dichiarato poche ore prima. Un andamento ondivago che non ha salvato nessuno, da Beppe Marotta che dopo aver spiattellato le sue rimostranze all'Inter per l'affare Guarin-Vucinic, annunciando che se ne sarebbe ben guardato da intraprendere nuove trattative con gente poco seria, ha trascorso l'ultimo giorno di mercato cercando di piazzare Vucinic e Quagliarella all'Inter, senza mai trascurare la pista Guarin. La stessa Inter ha cambiato in corsa strategie e obiettivi, cercava una prima punta che non è arrivata, per comprare doveva prima vendere, il tetto salariale era stato fissato a 2,5mln, Hernanes è a Milano a 2,8. Alla fine Thohir è stato l'unico con Pallotta o chi per lui a sborsare euro, il riferimento è ai 18 per Hernanes e agli 8 per la metà di Nainggolan peraltro giudicati dalla maggioranza un'esagerazione. Il Milan aveva bisogno di un esterno offensivo, non aveva bisogno di un'altra mezza punta. Biabiany non è arrivato, il marocchino Taarabt va a infoltire un ruolo con solo posti in piedi. Benitez aveva assicurato tutti, a Jorginho già preso, che dopo colloquio con De Laurentiis era certo sarebbe arrivato un botto da paura. Niente, il botto doveva essere Capoue, un incontrista che serviva veramente alla squadra. E incassa il tweet di Fabio Cannavaro che scuote il fratello: «In bocca al lupo Paolino, e complimenti a chi ti ha fatto sentire un estraneo a casa tua». Nuova strizzata a Rafa criticato per il suo strano ostracismo ai giocatori italiani. Edy Reja c'è rimasto male e non ha avuto problemi a farlo sapere, incensa Kakuta, prestito dal Chelsea, e sceglie Keita per dimenticare Hernanes: «Dispiace per il Profeta, mi dava l'impressione che potesse restare, 4 anni fa potevo prendere Boateng, invece ho scelto lui. Ma qui non è arrivato nessuno. Abbiamo chiesto anche Giovinco, poi nelle ultime ore Bibiany sembrava fatto... evidentemente stanno bene dove sono, preferiscono non giocare». Ma pure Hernanes ultimamente andava in panchina.
La Roma si è presa una valanga di elogi per il suo mercato, ma con l'eccezione di Nainggolan e Bastos, è un mercato in proiezione, splendido al punto che potrebbe schierare un'Under 20 che non avrebbe problemi a salvarsi in serie A. Ma Bastos, 1,1 mln per il prestito dall'Al Ain, scaricato dallo Schalke la scorsa stagione, resta un'incognita e non solo per la mano fratturata. Così come per Essien, un mito, ma sul quale gira la voce che sarà il primo giocatore della storia per il quale la sua partita d'esordio coinciderà con la sua partita d'addio. È una cattiveria ma in questo contesto ci sguazza.


Eppure sono state grandi, un mercato sopratutto interno ma ricco di storie, lacrime e bombette, non c'erano soldi e infatti sono riuscite a non spenderli senza problemi, più movimenti da noi che in Liga e Bundesliga, un calcio che quando sta per annegare trova sempre lo spunto per farsi sotto, poi magari è solo palo.

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