Quanti azzurri per un posto. E Prandelli ha l'oriundomania

Il ct non si sbilancia: "Buffon l'unico certo". Da Scuffet a Bonaventura da Parolo a Destro, ci sperano in tanti. Ma se la spuntasse Romulo?

Quanti azzurri per un posto. E Prandelli ha l'oriundomania

Voleranno a Rio con la colonna sonora dei Negramaro: Un amore così grande 2014, un successo del '76 di Claudio Villa, brano simbolo della musica italiana scritto da Guido Maria Ferilli. I proventi interamente devoluti alla ricerca sulla SLA e sclerosi multipla. E nessuno vuole restare giù da quell'aereo. «Io sui 23 per il Brasile non ho ancora deciso, l'unico titolare è Buffon. Tutti gli altri sono sotto osservazione». È la dichiarazione del 12 marzo di Cesare Prandelli, l'ultima indicativa, e conferma come nessuno possa già immaginarsi sul jet col passaporto in bocca mentre si allaccia la cintura. Prima dell'esordio mondiale del 14 giugno a Manaus contro l'Inghilterra, gli azzurri affrontano in amichevole l'Irlanda a Londra il 31 maggio e il 4 giugno a Verona il Lussemburgo. Su Gigi Buffon nessun commento, è già straordinario sapere che ci sia, dietro occorre un buon secondo e un giovane da svezzare, Sirigu, Marchetti e De Sanctis per il ruolo di vice, per il terzo Mattia Perin o la rivelazione Simone Scuffet che dicono assomigli per intero a Gigi, con quel cognome che finisce con una consonante e fa tanto mondiale. Oggi si incontrano, divisi da 18 anni di calcio, uniti da un esordio a 17. Poi ci sono Francesco Bardi e Alessio Cragno del Brescia, un '94. Sono autorizzati a sognare. Tutti ci credono, niente è impossibile dopo il listone dei 42 che tra oggi e domani si raduna a Coverciano per una serie di test. Con la grande novità Rômulo Souza Orestes Caldeira, rivelazione della stagione nel Verona in prestito dalla Fiorentina, brasiliano di Pelotas con naturalizzazione in corso. Con un certo entusiasmo qualcuno lo vede già a Londra il 31 maggio contro l'Irlanda, di sicuro è un jolly di livello per Prandelli e potrebbe fargli spazio un ex fedelissimo come Giaccherini. Le speranze di Jonathan Cicero Moreira si sono infrante anche se il portale GlobeEsporte ha rivelato un contatto tra Figc e Inter per ricevere informazioni, senza conferme peraltro dal club nerazzurro. Nelle gerarchie del ct il brasiliano ha davanti Abate, De Sciglio e Maggio, tre esterni che non stanno entusiasmando fra infortuni e forma non eccelsa, senza dimenticare Criscito. E a sinistra, se non verrà impiegato da centrale, c'è Giorgio Chiellini, assieme ad Andrea Pirlo giocatore imprescindibile.

Con Romulo torna la questione oriundi, alla prima convocazione di Pablo Daniel Osvaldo da Buenos Aires, la Lega Nord è insorta: è sbagliato, non va bene, non si deve fare. Pochezza dell'attuale Osvaldo a parte, una sberla alla globalizzazione, le nazionali che sbarcheranno a Rio saranno gonfie di oriundi. Il baby centrocampista belga Adnan Januzaj è di origini kosovare, gioca nel Manchester United e potrebbe esordire con l'Inghilterra contro di noi qualora trovasse il modo di ridurre i tempi della burocrazia per la cittadinanza inglese. Talento unico, dicono, ma l'ipotesi di vederlo con la maglia dei tre leoni ha mandato su tutte le furie il centrocampista Jack Wilshire: «La nazionale inglese deve essere composta da inglesi». Non è un problema solo nostro, Prandelli ne ha altri due in lista: Thiago Motta e Paletta. «La maglia azzurra? Ci penso giorno e notte e ci proverò fino alla fine». Titolare del desiderio uno a caso tra Ogbonna, Ranocchia, Astori, Bonera, tutti centrali che dovranno fare i conti con Barzagli e Bonucci. Ogni scelta sarà una rinuncia, Riccardo Montolivo ha lanciato il manifesto azzurro: «Il nostro centrocampo ha più qualità di tutti» e non ha dimenticato nessuno, compresi Marchisio e Candreva. Parolo e Poli se ne faranno una ragione, su Alino Diamanti ci sono gli occhi di mezzo mondo anche se è finito al Guangzhou. Ha uno sponsor speciale come Marcello Lippi e da indiscrezioni avrebbe già ricevuto una tranquillizzante telefonata dal ct: «Occhio, ti seguo anche se sei in Cina». Poi c'è Jack, quello dell'Atalanta, il signor Bonaventura che con un cognome tanto beneaugurante si sta facendo largo fra gol e assist. Davanti è una lotteria e molto dipenderà dal modulo. Luca Toni ha ammesso che se lo chiamano è contento, altrimenti sarà il primo tifoso della nazionale. Ma quando gli hanno chiesto dove vedrà il Mondiale, per stuzzicarlo, ha risposto: «Non so, le vacanze ancora non le ho prenotate». La punta di peso gira fra lui e Gilardino. Balotelli è un discorso a parte, il ct prega ogni sera che al Mondiale diventi quello che tutti vorrebbero: «Mario ha tanto di buono dentro, non deve aver paura a far uscire le sue emozioni». Ma come si fa a lasciare a casa Mattia Destro? «Voglio il Mondiale», ha strillato dopo la quarta gara consecutiva in gol, ha una media grandi firme, 15 reti in 1.409 minuti, poi però si è preso quattro giornate. Alessio Cerci sta sbocciando definitivamente in coppia con Immobile, ieri due sberle nel recupero contro il Genoa. E i grandi vecchi chiedono attenzione: «Cassano e Totti stanno facendo benissimo - ha detto Prandelli -, per loro le porte non sono mai chiuse». Con un cero per Giuseppe Rossi.

Lo staff azzurro non ha mai nascosto di pregare per un suo miracoloso recupero, da venerdì è tornato ad allenarsi, Prandelli lo ha chiamato per i test: «Ma in Brasile verranno i 23 più forma», ha fatto sapere. Se tutto gira sono 7 partite in 30 giorni, l'ultima il 13 luglio, pochi trentenni, gente che sappia recuperare, ma il ct intende forma non solo fisica ma soprattutto mentale, e c'è ressa per salire su quell'aereo.

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