Napoli, prove di fuga

Quarta vittoria consecutiva per Conte ma quanta sofferenza contro il Pisa. La capolista riscopre vecchi disagi

Napoli, prove di fuga
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"La capolista se ne va" canta il Maradona, se si tratta di piccola o vera fuga lo sapremo solo dopo il big match con il Milan. Ma se la capolista cercava certezze ieri ha riscoperto vecchi disagi che non sembravano più appartenergli, retaggi forse del ko di Manchester ma quello di ieri non è stato il Napoli solido e spregiudicato di Conte. Il quale ha fatto poco turnover, a dispetto delle previsioni iniziali: cambia solo due pedine, Gilmour per Lobotka ed Elmas per Anguissa, per far rifiatare chi ha lavorato tantissimo in questo primo mese di partite, oltre alla prevista alternanza tra i pali con il ritorno di Meret per Milinkovic-Savic. Gilardino si adegua facendo accomodare al suo fianco in panchina Tramoni e Meister, zero sconti ai sentimenti e niente maglia da titolare nemmeno per Albiol, il grande ex della serata, colonna della squadra di Sarri.

Il Napoli per quaranta minuti del primo tempo si butta via: ritmi lenti, pochi accenni di pressing, lo penalizza più di ogni altra cosa la prevedibilità del suo gioco, Hojlund non garantisce profondità ed è poco lucido, da spesso l'impressione di essere a disagio, De Bruyne non illumina e si limita a qualche costruzione ma troppo dal basso, c'è poca assistenza per McTominay, per intenderci affiorano le difficoltà tipiche di quando c'è da superare un avversario compatto e imbottito da una robusta linea difensiva a cinque. Non è che il Pisa si limiti a contenere e basta, potrebbe fare di più con un attacco più consistente, Nzola si danna pur essendo isolato: ci vuole il classico episodio per limitare gli sbadigli del solito Maradona sold out, ci pensa Gilmour che indovina una traiettoria strana ma vincente da fuori area (con deviazione di Canestrelli), vantaggio che tocca poi a Meret difendere sul tap-in a colpo sicuro di Leris ma va detto pure che Hojlund pecca d'egoismo e si divora il raddoppio.

Gli azzurri si confermano pasticcioni e discontinui nella ripresa, c'è poca attenzione sotto rete come quasi disinvoltura che porta a sprecare alcune buone occasioni come quelle di Politano e McTominay, Conte allora si affida all'energia di Anguissa e alla lucidità di Lobotka ma non può prevedere la distrazione di Beukema che tocca il pallone con la mano e regala a Nzola il rigore del pareggio.

Come nel primo tempo, ci vuole la scintilla: l'accende Spinazzola con un'altra invenzione dai venti metri, gli dà sostanza Lucca con la rete del tris, Lorran accorcia ancora regalando qualche affanno finale ma la capolista è già scappata.

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