Calcio

Quei fischi non sono "indegni". È la legge del tifo, bellezza...

È molto istruttivo il dibattito sui fischi a Donnarumma spuntato prepotente nella notte dietro le quinte del 2 a 1 sull'Ucraina

Quei fischi non sono "indegni". È la legge del tifo, bellezza...

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È molto istruttivo il dibattito sui fischi a Donnarumma spuntato prepotente nella notte dietro le quinte del 2 a 1 sull'Ucraina. È molto istruttivo perché contiene una discreta dose di moralismo e denuncia un vuoto di memoria collettiva. Cominciamo dalla prima scontata obiezione: si fischia Donnarumma quando arriva col Psg ma non quando è con la Nazionale, tra l'altro da capitano.

Ve li ricordate i fischi alla Nazionale tutta dai fiorentini o a Cagliari per motivi di astio politico contro Matarrese o per scelte discusse del ct? Ecco dunque il primo errore. I fischi di San Siro martedì notte non hanno centrato mai la Nazionale, accolta con grande entusiasmo dai 56 mila: inno cantato a squarciagola, applausi e cori alle prime belle intese, entusiasmo di fondo dopo i due gol di Frattesi, incoraggiamento tra le curve insidiose della sfida durante il secondo tempo. I fischi sono arrivati solo quando Gigio è entrato in possesso della palla: questo significa che il pubblico milanese ha saputo discernere. Seconda riflessione: «fischi indegni», definizione di Davide Frattesi. No, non si può liquidare con un aggettivo poco qualificativo il sentimento di una parte dei tifosi che non ha solo il compito di pagare il biglietto, preparare gli striscioni, inventare canti, sostenere la squadra del cuore e poi non avere reazioni emotive dinanzi al comportamento di chi, di notte e senza spiegazione alcuna, è uscito dai cancelli di Milanello e partito per altra legittima destinazione professionale. Se togliamo questa possibilità intendiamo il tifo dei nostri stadi a comando, come se fosse impossibile esprimere altri sentimenti, persino un sordo rancore nei confronti di un ex beniamino. Per fortuna, sul tema, è intervenuto con autorevole chiarezza Luciano Spalletti, ct fresco di nomina. Ha commentato: «Si sta zitti e si lavora!». Ultima riflessione: nel dibattito è argomento peloso addebitare solo alla passione per la squadra la responsabilità dei fischi a Donnarumma.

A Milano c'era sicuramente una componente liberale di tifo che chiede libero fischio in libero stadio!

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