Maledetto football. Maledetti sogni che vengono frantumati dal risveglio acido, brutale, ahimé verissimo. Due minuti, due minuti per ribaltare la partita, il risultato, dunque quella che era la vittoria, il grande sogno appunto dell'Atalanta, il gol di Pasalic aveva regalato oro incenso e mirra a Gasperini, la prestazione dei bergamaschi è stata pulita, perfetta, lineare, tosta come si deve in Champions, i parigini, con mezza squadra di titolari in cassa mutua sono stati frastornati dallo svantaggio, soltanto Neymar è venuto fuori dalla nebbia del gioco ma ha bruciato tre occasioni grandi come l'Eiffel così facendo respirare Sportiello e il resto delle comitiva bergamasca. Poi è entrato Mbappè le cui accelerazioni hanno portato il panico nella terza linea atalantina, così è cresciuta l'ansia di Gasperini che ha richiamato i più stanchi ha messo in mischia Muriel e Malinovski mentre i parigini venivano su come una mousse al cioccolato, la coppia franco-brasiliana, Mbappé Neymar ha preso in mano la bacchetta, non si sono avute mai notizie vere di Icardi e così è andata via la grande occasione, la speranza non del miracolo ma di una impresa giusta e giustificata che andava premiata almeno con i tempi supplementari. Non è accaduto, Bergamo ha lacrime di rabbia non certo di disperazione quelle perse per storie più serie, drammatiche.
La speranza di un riscatto è durata un'ora e mezzo, i due schiaffi sono stati veleni, cicuta quando si sentiva il sapore dello zucchero. Nessun rimprovero, forse il dubbio di un offside in occasione del primo gol. Ma il football è questo, una commedia che non concede alibi al fischio finale. La storia dell'Atalanta non finisce nella notte di Lisbona.
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