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Questo calcio non uscirà mai dall'osteria

di Elia Pagnoni

I nter-Juve sarà destinata in eterno ad essere la madre di tutte le polemiche, di tutti i piagnistei, di tutti gli arbitri sospetti e sospettati, si porterà dietro per sempre le maledizioni delle partite rigiocate con le squadre giovanili e dei contatti Iuliano-Ronaldo. L'ultimo ad iscriversi a questa stucchevole lotteria è il signor Orsato, accusato dagli interisti di aver usato due pesi e due misure. Ma, statene certi, non finirà qui. L'ad interista Antonello parla di «alcune cose che non cambiano mai», evocando evidentemente qualche dietrologia.

Però ha ragione: c'è qualcosa che nel nostro calcio non cambia mai, dall'atteggiamento dei dirigenti a quello, purtroppo, di molti giornalisti o persino di politici e sindaci che forse, per professione o per incarichi istituzionali, dovrebbero mantenere una posizione un po' più razionale. Ma non solo: non cambia il vizio eterno di vedere trame oscure, macchinazioni, volontà di poteri forti dietro ogni fischio arbitrale. L'Inter che vede gli aiutini alla Juventus, il Napoli che si sente eternamente derubato attaccandosi a qualsiasi motivazione, la Juve bersagliata da tutti in Italia che cambia pelle appena oltrepassa la frontiera e ribalta sui presunti potenti d'Europa tutto quello che la «infastidisce» in campionato.

Abbiamo rincorso il Var come la panacea di tutti i mali e la tecnologia, inutile negarlo, ci sta aiutando, sta aiutando soprattutto gli arbitri ad evitare una valanga di errori. Pensiamo al Koulibaly di Firenze, passato giustamente da rigore e cartellino giallo a punizione dal limite e rosso. Una correzione sacrosanta che solo un anno fa sarebbe stata inimmaginabile: e quando vediamo le partite di Champions ci accorgiamo subito di quanto ci manchi il già vituperato Var. Eppure, nemmeno di fronte all'aiuto tecnologico sappiamo tenere a freno la nostra voglia eterna di buttarla in caciara.

Aiutati dai social che amplificano tutto, diventando un bar, o meglio, un'osteria mediatica dove tutti possono vomitare insulti, sospetti, fake news in quantità. Che vengono poi ripresi e accreditati con leggerezza da chi dovrebbe verificare l'attendibilità delle notizie almeno per deontologia.

E se l'ad Antonello ritiene che l'arbitraggio di Orsato, visto in mezzo mondo, non sia stato «uno spot positivo per il calcio italiano», forse è meglio ricordare che il vero volto vergognoso del nostro calcio l'abbiamo visto purtroppo una settimana fa fuori da Anfield Road. Ma su questo nessuno si accalora più di tanto.

Meglio prendersela con il Var.

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