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«In questo tennis vorrei un Balotelli» «Supermario è come me, pericoloso per tutti. Una partita senza racchette spaccate è come un film d’azione senza morto»

«In questo tennis vorrei un Balotelli» «Supermario è come me, pericoloso per tutti. Una partita senza racchette spaccate è come un film d’azione senza morto»

nostro inviato a Wimbledon

«Sai, giusto la settimana scorsa ho servito a 237 all’ora...». Metti un caffè con Goran Ivanisevic, seduto allo stand Lavazza con Adriano Panatta e guest star di un torneo che lo ricorderà per sempre. Goran ha 41 anni e il fisico sembra quello di uno pronto a scendere in campo, e probabilmente non ne è mai più uscito da quando nel 2001 arrivò a Wimbledon grazie a una wild card finendo per battere Rafter al quinto nell’ultima finale terminata di lunedì: «Altri tempi, altre storie: oggi le palle e le racchette sono più grandi e viaggia tutto più veloce. Federer mi ha detto che andare a rete è diventato quasi impossibile. Però posso ancora servire meglio del 90% di quelli che sono in tabellone...».
Ma esiste un altro Ivanisevic, oggi?
«Ma, non so, forse Ernst Gulbis: hai visto come ha fatto fuori Berdych? È un po’ matto pure lui, però ha molto meno sense of humor...».
Come il tennis di oggi, in fondo...
«Già, basta guardare le conferenze stampa, dicono tutti le stesse cose, sembra che abbiano tutti lo stesso nastro registrato nel didietro. Ops, si può dire?».
E allora chi è oggi il numero uno?
«Ah, nelle conferenze stampa di sicuro Roddick. E dietro di lui Roddick e ancora Roddick».
Si parlava di storia del tennis...
«Di talento Federer, di sempre lui con Sampras e Borg. E Nadal se continua così».
E di oggi?
«Io sono fan di Murray. Djokovic invece è un’altra cosa, lui non ha rispetto per nessuno. È cresciuto con l’idea di essere il numero uno».
Invece Ivanisevic all’inizio...
«Giocavo semifinali da Dio, poi il timore di chi mi stava davanti: Sampras, Agassi, Courier... E infatti nelle finali ho un record sotto il 50%».
Poi però è arrivato «quel» Wimbledon...
«Avevo già perso la finale del ’92 con Agassi quando ero favoritissimo: è ancora un incubo. Poi anche nel ’95 e nel ’98 avevo buttato via le mie chance e allora dopo l’interruzione per la pioggia mi sono calmato. E mi sono detto: qui non ti batte più nessuno».
Cosa è rimasto dei tempi di Ivanisevic?
«Grandi giocatori: Sampras è uno che giocava primi turni disgustosi, ma la seconda settimana dello Slam era fantastico e quasi sempre imbattibile. E poi Agassi, uno con cui andrei a cena tutte le sere. Il suo libro è bellissimo e onesto, troppo onesto forse visto quanti colleghi dice di aver odiato...».
E i tennisti di oggi?
«Mi piace Raonic, gioca un po’ come me. E poi c’è Cilic, ma non so più cosa dirgli: è troppo educato, un po’ com’ero io agli inizi. Dovrebbe spaccare più racchette...».
A proposito: visto Nalbandian squalificato al Queen’s?
«Visto. L’Atp però dovrebbe essere più tollerante: può capitare, dài...E poi una partita senza una racchetta rotta è come un action movie senza un morto: che film è?»
Soluzioni?
«Io eliminerei l’occhio di falco: non si può più discutere con gli arbitri delle loro madri e delle loro famiglie. E poi basta con questa mania degli asciugamani, che schifo: fanno un punto e sono subito lì a tergersi il sudore. Ma che roba è?».
Finiamo parlando di calcio.
«Gli europei? Finale Italia-Portogallo, detto prima delle semifinali».
E di matti...
«Ah sì, intendi Balotelli: mi piace. È un vero pericolo: per se stesso, per la sua squadra e per gli avversari. Durante la partita a volte sembra che sia in spiaggia, poi gli basta un tiro per vincere una partita. E magari tornare in albergo per bruciare la stanza...».
Uno tipo Goran, insomma...
«Sai com’è, mi piacerebbe proprio conoscerlo. Facciamo così: metteteci seduti ad un tavolo e poi vediamo che succede».



Risultati di ieri: Federer-Fognini 6-1, 6-3, 6-2; Errani-Vandeweghe 6-1, 6-3.

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