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Il racconto choc di Christian Ziege: ''Al Tottenham rischiai di morire''

L'ex difensore rossonero racconta un episodio che poteva rivelarsi fatale durante il periodo in cui indossava la maglia del Tottenham

Il racconto choc di Christian Ziege: ''Al Tottenham rischiai di morire''

''La mia gamba era praticamente morta, ancora oggi mi fa male. Altri 30 minuti e avrebbero dovuto amputarla per salvarmi, in quei momenti realizzi che la vita sia molto più importante di una partita'' racconta Christian Ziege, ex terzino del Milan alla fine degli anni 90.

Una carriera su e giù per la fascia sinistra, Ziege era uno dei migliori esterni mancini del panorama europeo quando il Milan lo prelevò dal Bayern Monaco per 10 miliardi nell'estate 1997, battendo la concorrenza della Juventus. Reduce dalla vittoria agli Europei 96 con la nazionale tedesca sembrava la pedina perfetta per il 3-4-3 di Alberto Zaccheroni. L'esperienza non fu certo entusiasmante e dopo solo due stagioni, il terzino tedesco salutò i rossoneri per trasferirsi in Premier League, dove rimase per 5 anni tra Middlesbrough, Liverpool e Tottenham, prima di andare a concludere la sua carriera da calciatore in Germania, con la maglia del Borussia Mönchengladbach. Poi tanto girovagare in panchina prima alle Isole Baleari poi in Thailandia, alla guida del Ratchaburi Mitr Phol ora allenato da Marco Simone fino all'arrivo in Austria. A Saalfelden, una tranquilla cittadina di 16 mila abitanti a due passi da Salisburgo dove Ziege ha trovato la sua giusta dimensione, insieme alla sua famiglia.

Proprio nella tranquillità del paesaggio austraico ha concesso una delle sue rare interviste al Daily Mail a cui ha rivelato un episodio che avrebbe potuto condizionare drasticamente non solo il corso della sua carriera professionistica, ma anche della sua vita. Precisamente era il 26 dicembre 2002: "La mia gamba era praticamente morta. La coscia continuava a gonfiarsi e gonfiarsi. Ho scoperto solamente dopo che il sangue era rimasto incastrato tra due strati di pelle, non poteva uscire da nessuna parte. Non ne volevo sapere di andare all'ospedale, non a Natale. Ma grazie a Dio mia moglie vedendomi in quelle condizioni ha insistito". Già, perché quella insistenza gli ha salvato la vita: "Quando siamo arrivati ho perso conoscenza. La pressione era diventata altissima in tutto il mio corpo, stavo lottando per sopravvivere. I medici hanno aperto la gamba con un intervento chirurgico ed è andato giù tutto come se fosse un pallone. Era rimasto un buco grosso, qualcosa era andato storto. Ancora oggi mi fa male, ma mi ritengo fortunato. Altri 30 minuti e mi avrebbero dovuto amputare una gamba per salvarmi. In quei momenti realizzi che la vita sia molto più importante di una partita".

Adesso allena il Fc Pinzgau Saalfelden, club militante nel terzo livello della Lega austriaca dove gioca anche il figlio. La squadra di Ziege si è già assicurata i playoff e sogna di scalare posizioni nel calcio che conta, grazie al sostegno di finanziatori americani. Un sogno ad occhi aperti per chi come lui ha sempre sognato di vivere in montagna e dare calci ad un pallone.

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