Le ragioni di Leo e quelle dei tifosi

La storia di andata e ritorno del Bonucci capitan Fracasso («fracaso» secondo interpretazione spagnola) da Torino a Milano sembra l'amore di una camera a gas e pone l'inevitabile domanda: chi ci guadagna?

Le ragioni di Leo e quelle dei tifosi

Inutile ripescare la letteratura per raccontare quali scherzi ti possano combinare le Signore abbandonate eppoi riabbracciate dall'amato bene. Nel caso, Leonardo Bonucci non è amato e forse neppure un bene. Però è un investimento. Lo è stato per il Milan, lo sarà per la Juve: a prescindere dal valore effettivo (e quello affettivo?). La storia di andata e ritorno del Bonucci capitan Fracasso («fracaso» secondo interpretazione spagnola) da Torino a Milano sembra l'amore di una camera a gas e pone l'inevitabile domanda: chi ci guadagna? Chi ci perde? Chi perde la faccia? Risposta facile al quesito numero tre. Bonucci avrà pure una bella faccia, magari da spot, ma con questa giravolta l'ha un po' rovinata. Torino, grande amore, è stata abbandonata al primo filar in tribuna. Il Milan è stato l'infatuazione furba di mezza estate. È bastato poco per l'amaro risveglio. Anche per i tifosi. E la storia della fascia da capitano? Gliela affidano, lo difendono quando andrebbe degradato per chiari svarioni e quello, dopo un anno, la rigetta sulla sedia e saluta: «così- direbbe- senza rancor». Non è un bel vedere e neppure un bel credere ai sentimenti dei giocatori. Direte: dove sta la novità? Il cuore dei calciatori è sempre dalla parte del portafoglio. Il calcio di altri tempi ci aveva insegnato che la maglia contava di più. Questo mondo pallonaro fatto di bamboccioni e incalliti giocatori di poker ( nel senso di: o paghi o me ne vado) ci ha abituati a provare di tutto. Bonucci lo sta dimostrando, sebben a suo favore vadano due considerazioni. Prima: la fascia di capitano gli è stata assegnata con più o meno convinzione. Potevano anche negargliela e vedere cosa sarebbe accaduto. Secondo: i fatti di vita personale vanno rispettati. Dunque, se esiste una ragione legittima per vivere a Torino, che dirgli? Poi, certo, anche i procuratori sanno consigliare più o meno bene. Visto da fuori, Bonucci è un tipico ragazzo di questi tempi calcistici: alimentato dal seme dell'opportunismo. Niente di male, ma non facciamo passare un opportunista per un calciatore da amare. Al massimo va rispettato. L'opportunismo di Bonucci consiste nell'aver deciso di andare non dove lo porta il cuore, e neppure il portafoglio (visto che si abbasserà l'ingaggio), piuttosto dove spera di legittimare ambizioni che l'età sta lasciando scorrere invano. Restare al Milan significa un altro anno di incertezze. Tornare alla Juve, cioè nella culla dove sono stati nascosti i suoi difetti (deprecabile difensore) ed esaltati i pregi (ottimo libero), significa accarezzare il sogno di vincere la Champions. Troppo facile, direte.

Lo avrebbe fatto se non fosse arrivato CR7? Val la pena perdere la faccia per realizzare il sogno del proprio opportunismo? Bonucci ha risposto si. Se poi i tifosi della Juve urleranno di disappunto, pazienza! Altri ne risponderanno. Per ora Leonardo B. ha soddisfatto se stesso e i tifosi del Milan, che lo sopportavano a malapena. Se gli può bastare...

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