Ranieri alza la voce: "Il calcio può aspettare, l'Italia è come fosse in guerra"

L'allenatore della Sampdoria ha detto la sua circa la possibile ripresa del campionato di Serie A: "Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri"

Ranieri alza la voce: "Il calcio può aspettare, l'Italia è come fosse in guerra"

Claudio Ranieri è uno degli allenatori italiani più esperti in circolazione e ai microfoni de La Repubblica ha voluto dare la sua opinione in merito all'emergenza coronavirus che ha di fatto messo in ginochcio il mondo intero: "Giudico la realtà: l’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno".

Il pensiero dell'ex allenatore di Inter, Juventus, Roma e Valencia è chiaro e in questo momento ha voluto mettere in secondo piano il gioco del calcio rimandando al governo la decisione finale: "Solo il governo può dire se cominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Sampdoria e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza. Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri".

Infine Ranieri ha parlato dell'eventualità di riprendere il campionato anche se si dovrà giocare ogni tre giorni tra fine maggio e i primi di luglio: "Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus".

Nei giorni scorsi il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero si era espresso contrariamente circa la possibilità di tornare in campo in questa stagione: "Qui parlano tutti, ma il problema è: quando ripartirà questa roba? Qualcuno ce lo può dire? No, non lo sa nessuno, tutti parliamo, tutti facciamo filosofia, tutti facciamo teoria, ma nessuno sa niente. C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Ancora vogliamo parlare di calcio?".

Ancora non si sa cosa succederà da qui alle prossime 4-6 settimane ma se la situazione migliorerà come tutti si augurano pensare di tornare in campo entro fine maggio non è più un'utopia anche se tutto ancora è in fase embrionale e senza alcuna certezza.

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