Il re è Froome, ma è Sagan il signor Tour

Lo slovacco incanta la Francia. Flop Aru. Gregario Nibali in forma olimpica

Il re è Froome, ma è Sagan il signor Tour

Nel calcio c'è il fuorigioco in linea, una formula difensiva che prelude l'attacco, dopo aver disinnescato le ambizioni avversarie. Nel ciclismo c'è la velocità e le alte frequenze che logorano lentamente il fisico. Questa è stata la tattica di difesa e di attacco adottata dal team Sky, la formazione di Chris Froome che ha dominato in lungo e in largo il Tour 2016 e ieri pomeriggio, sul calar della sera, è salito per la terza volta in quattro anni sul podio dei Campi Elisi. Con lui il beniamino di Francia Romain Bardet e il colombiano Nairo Quintana. Dopo 3.500 chilometri percorsi e quasi 90 ore di sella, è il momento dei bilanci e di qualche voto.

VOTO 8 - FROOME Più umano, meno programmato e prevedibile. Il keniano bianco non ha avuto bisogno di mettere in mostra la sua proverbiale pedalata a frullino, anche perché gli avversari li rivolta ugualmente come calzini. S'inventa un attacco lungo la discesa dal Peyresourde. Si butta con Sagan in una grande azione controvento verso Montpellier. Disputa due supercronometro. Si esibisce sul Mont Ventoux prima staccando tutti lungo la salita, poi dopo essere disarcionato dalla sua bicicletta, si fa ammirare in una corsa alla Forrest Gump. Fa di tutto e di più. Pronto per il pentathlon moderno.

VOTO 6 - ARU Era al suo primo Tour e fino all'ultima salita era 6° nella generale: piazzamento più che onorevole. Sul Jeux Plane precipita indietro. Giornata no, ma questo ragazzo, un giorno stupirà il mondo.

VOTO 4 -QUINTANA Dopo due secondi posti, il 26 enne colombiano era dato come il grande rivale del britannico. Si fa notare solo per la sua assenza. È sempre costantemente in posizione di difesa, mai di attacco. Lui è il simbolo di un Tour soporifero. Viene dalla terra del caffè, ma lui è camomilla.

VOTO 6 - NIBALI Era venuto in Francia per aiutare il giovane Fabio Aru: lo fa con generosità e impegno. Le cose migliori, a parte la cronoscalata di Megeve di Fabio (3°), le fa vedere lo Squalo che ora è la nostra grande speranza per Rio.

VOTO 8 - SAGAN È stato il più spettacolare, il più forte e il più continuo di questo Tour. Maglia verde per la quinta volta, tre tappe vinte e un'infinità di azioni. È il campione del mondo. Ma lui è qualcosa di più.

VOTO 7 - CAVENDISH Quattro vittorie di tappa: per un corridore che era considerato ormai pronto per la pensione non è male.

VOTO 2 - LA GIURIA Sul Mont Ventoux, quando Mollema, Porte e Froome finiscono contro una motocicletta della tivù che si blocca all'improvviso per evitare un contatto con uno spettatore, il collegio di giuria crea alla bisogna una norma non prevista dal regolamento. E su Froome ritardatario, che abbandona la bicicletta (non ci si può allontanare dal mezzo oltre 5 metri) e si mette a correre, la giuria chiude gli occhi. Il britannico viene graziato anche nell'8° tappa, quando lungo la salita del Peyresourde rifila un pugno ad un tifoso scalmanato. Nel 2001, al Giro, lo stesso gesto costò a Wladimir Belli l'espulsione dalla corsa.

VOTO 4 - TOUR DE FRANCE

Nella tappa del Ventoux - accorciata per problemi di vento - la Grande Boucle vive il suo momento più basso. Folla tracimante, che si riversa verso valle. In precedenza l'arco gonfiabile che crolla sulla testa di Adam Yates.

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