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Il Real ottimismo di Conte: "Se passa, la Juve fa strada"

Il tecnico si esalta: "Vale più questo pari che il successo sul Chelsea". Nuove strategie ma resta il problema esterni, non risolto nel mercato

L'allenatore della Juventus Antonio Conte
L'allenatore della Juventus Antonio Conte

Parole così Antonio Conte non le aveva mai pronunciate: «Se dovessimo passare il girone, la mia squadra può dire la sua in Champions. Con la qualità che abbiamo, è possibile sopperire al gap tecnico con squadre come Bayern, Real o Barcellona. Usciamo fortificati: la doppia sfida con il Real ha dimostrato che, al di là dei soldi, è il campo che deve parlare». Musica per le orecchie di Marotta, con cui a inizio stagione non c'era proprio la stessa identità di vedute circa la possibilità di giocarsela alla pari con le big d'Europa. Il paradosso è quindi tale per cui, pur non avendo vinto una sola partita delle quattro di Champions finora disputate, la Juventus attualmente ultima nel girone sogna di potere fare magari più strada di quella percorsa l'anno scorso. Quando, a cavallo della doppia sfida con il Bayern Monaco nei quarti di finale, era evidente a tutti la sensazione di semi impotenza provata da Conte nell'approcciare l'impresa. Adesso suona tutto diverso e la sensazione è che davvero la Signora si senta all'altezza dei migliori: «Giocarcela così con il Real vale molto di più di quanto facemmo lo scorso anno battendo il Chelsea campione in carica - il parere del tecnico bianconero -. Gli spagnoli sono molto più forti».

E quindi anche la Juve, sottinteso. Dopo di che, sbagliare non sarà più possibile e nemmeno rallentare: battere il Copenaghen a Torino (27 novembre) sarà obbligatorio ma, se nello stesso giorno il Galatasaray non vincerà a Madrid, basterà poi non perdere a Istanbul il 10 dicembre - giorno in cui Conte sarebbe stato convocato dal pm di Cremona Roberto De Martino per l'incidente probatorio chiesto dal gip Salvini nell'ambito del procedimento sul calcioscommesse in cui il tecnico bianconero risulta come parte lesa - per stappare spumante. Tutto è insomma nelle mani della Juve, artefice del proprio destino. Capace anche di mettersi un vestito nuovo per le serate di gala europee: per quanto adattato, il 4-3-3 visto in entrambe le occasioni contro il Real ha funzionato ed è stato un qualcosa che lo scorso anno non era stato nemmeno provato contro i tedeschi futuri campioni d'Europa. Semmai, va rilevato come proprio nella sfida di ritorno contro i Blancos Conte abbia attinto a piene mani al manuale tattico del perfetto stratega: Tevez largo a sinistra in un ruolo non suo, idem Marchisio dall'altro lato per non parlare di Asamoah esterno mancino di difesa. Scelte che hanno pagato e che però in un certo senso sconfessano parte del mercato bianconero più o meno recente: un esterno d'attacco vero la Juve non ce l'ha e attaccarsi all'assenza di Pepe, ko da oltre un anno, è discorso senza senso. Così come suona strano vedere lì dietro Asamoah dopo avere speso in sei mesi una ventina di milioni mal contati prima per Peluso e poi per Ogbonna, avendo in casa anche De Ceglie: a sinistra, insomma, la Juve continua ad avere problemi che sarebbe magari il caso di risolvere il prima possibile in maniera radicale. Soddisfatto comunque di quanto visto, Conte ieri ha lasciato libera la truppa: oggi ci si ritroverà pensando alla sfida casalinga di domenica sera contro il Napoli. Difficilmente saranno disponibili Lichtsteiner e Vucinic e probabilmente si tornerà al 3-5-2: Quagliarella si candida per una maglia da titolare ma, visti i progressi di Llorente e l'intoccabilità di Tevez, non è detto che gli spetti.

Chiellini ritroverà il suo posto in difesa e a centrocampo bisognerà fare la conta per lasciarne fuori uno tra Vidal, Pirlo, Pogba e Marchisio: questi però non sono problemi, ma deliziosi rompicapo per chi di mestiere fa l'allenatore.

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