L'Inghilterra cambia la sua storia. Vince la lotteria dei rigori dopo aver praticamente sempre pianto nelle altre sei occasioni, da Italia '90 fino a ieri, tra Mondiali ed Europei. La maledizione viene sfatata a Mosca e vale i quarti di finale della coppa del mondo. Adesso c'è la Svezia, l'ammazza-grandi. Ci si penserà da oggi, per una notte i sudditi della Regina possono iniziare a sistemare i conti con il loro passato di rigoristi «falliti». Ne fa le spese l'orgogliosa Colombia, che aveva pareggiato a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari trascinando gli inglesi fino al loro incubo. Ma a piangere stavolta sono i Cafeteros, puniti dagli errori di Uribe e soprattutto di Bacca, che si è fatto parare il quinto rigore (una follia farlo tirare al milanista non nuovo a errori) trasformando Pickford in un nuovo eroe inglese, capace di sfatare il tabù.
Dunque i rigori che per una volta fanno sorridere sono un viaggio nel passato per l'Inghilterra, a riflettere su come sarebbe stata la sua storia se avesse avuto sempre un Kane. Ne ha realizzati tre in partita in Russia e ha aperto la sequenza inglese segnando il suo. Un cecchino dal dischetto. Magari l'avrà pensato anche Southgate che sbagliò quello decisivo nella semifinale con la Germania all'Europeo in casa del '96. Il ct inglese alla vigilia aveva detto di averci pensato «per venti anni». Da ieri sera un po' meno, anche lui a saldare i conti con il suo passato.
Anche se la sua Inghilterra vola ai quarti senza incantare. Dopo una rissa da bar. Questo è stato Inghilterra-Colombia, tra falli, tacchettate in testa, accenni di testate e zuffe a ripetizione, tutto tenuto a fatica sotto controllo dall'arbitro americano Geiger a suon di cartellini. A risolverla ci ha provato per primo sempre Harry Kane procurandosi e trasformando il rigore a inizio ripresa: sesto gol per il capocannoniere del torneo. Già eguagliato Rodriguez, re dei bomber quattro anni fa in Brasile. A quel punto nessuno sarebbe voluto essere nei panni di Carlos Sanchez, autore del fallo sull'attaccante del Tottenham: una maldestra ed evidente trattenuta. Che fa il paio con il fallo di mano nella prima gara con il Giappone: fallo di mano, espulsione e svantaggio dopo quattro minuti. Ancora ieri si parlava minacce di morte rivolte al centrocampista della Fiorentina. Mette i brividi il pensiero della fine di Andres Escobar, ucciso per un autogol al Mondiale del '94 e per questo ritenuto responsabile dell'eliminazione della Colombia. Sfortunato ieri sera, ma poco sereno.
Stavolta però l'episodio non si è rivelato decisivo. Salvato da Yerry Mina. Perché a rimettere in piedi la Colombia, orfana di Rodriguez, quando ormai sembrava ko sul ring mondiale, ci ha pensato il difensore del Barcellona. Ovviamente con una testata, terzo gol di fila dopo quelli a Polonia e Senegal. Nessun colombiano c'era riuscito e Mina sicuramente entra nella storia del suo Paese. Un gol che ha premiato l'assalto finale della squadra di Pekerman, che aveva avuto almeno due occasioni, prima di riacciuffare il pareggio, con Cuadrado (tiraccio) e Uribe (super Pickford).
L'Inghilterra si è illusa sul più bello che fosse fatta. Ai supplementari due squadre barcollanti come due pugili che hanno dato tutto: pari in ogni cosa, con la Colombia avanti sei a due nei cartellini (gialli).
Nel finale l'Inghilterra ha provato in tutti i modi a vincere: diagonale largo di Rose, Lingard che non ci arriva e Dier che spreca di testa. Probabilmente per evitare quella lotteria dei rigori che gli aveva sempre detto male. Fino a ieri. Perché adesso c'è Kane. E si può sognare.
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