Riconciliazione Nazionale, Mancio ha scovato talento e ci ha ridato la credibilità

Vittorie, bel gioco, goleade e anche spettacolo Dopo il flop Mondiale è tornato l'entusiasmo

Riconciliazione Nazionale, Mancio ha scovato talento e ci ha ridato la credibilità

Dieci per sempre: c'è un filone che riattiva il bello dello sport ed una certa credibilità Nazionale. Dal record di Mancini, che sulle spalle portava il 10, giunge l'attrazione fatale al fidarsi dei numeri, come se contasse qualcosa portarseli dietro tutta la vita. Il ct è stato sorprendente (effetto 10?) nel restituire credibilità alla Nazionale nel giro di due anni puntando su talento, piacere del divertimento e gioco d'attacco. Poi, certo, servono forza fisica e determinazione, non perdersi la concentrazione difensiva come talvolta capita. Passare dal nazional-popolare al nazional-ideale non è facile, però oggi il nostro calcio propone l'idea di svezzare meglio i giovani, assemblare esperienza e giovinezza: una antica ricetta ideale. E così anche il campionato può sventolare un pizzico di bontà calcistica nazionale. Bastano poche idee ma chiare. Mancini ha chiesto pressing alto, forza fisica e qualità al servizio della squadra. Il tempo e i tempi potranno anche cancellare la sensazione, non i dati di fatto. Dal non gol alla Svezia al 9-1 (c'è sempre un 10) contro l'Armenia sono passati anni luce calcistici non soltanto un biennio: allora era il 13 novembre 2017, stavolta il 18 novembre. Novembre fa e disfa i destini azzurri. Bella differenza, penserete, la Svezia era una squadra tosta, qui è stato come vedere gli Harlem Globetrotters contro sparring partners. Appunto e il ct, che non è fesso, diffida ma vuol che tutti gustino il boccone: «Nove gol non si fanno per caso». Meglio goderseli, prima di migliorare qualche assetto contro le squadre più forti. «Orgoglioso di quanto fatto», dice comunque il ct.

Oggi sono tutte rose, ma arriveranno anche le spine: a partire dal 30 novembre quando il sorteggio proporrà i primi avversari all'Europeo di giugno. Intanto cosa lascia la qualificazione, che ha restituito feeling tra l'Italia e gli italiani e credibilità all'Italia contro gli avversari? 37 reti segnate (quante ne erano state globalmente realizzate tra le qualificazioni agli europei 2016 e i mondiali 2018), 4 reti subite nonostante certe bizzarrie negli inizi di partita; il filotto di 10 successi consecutivi nell'anno solare come già accadde nel 1994, 2000 e 2003 ma non consecutivamente; le 10 vittorie che hanno permesso di battere il record di Vittorio Pozzo; 11 successi: ovvero la più lunga striscia di vittorie; 9 gol nella stessa partita vennero segnati solo nel 1920 e 1948, la chicca sta nei 7 uomini diversi in rete. Gli amanti di Sacchi dovranno rassegnarsi: Mancio lo ha raggiunto con 13 vittorie dopo 19 match. I numeri dicono che questa Italia sarà ricordata, che i gol di Kean e Barella contro la Finlandia del 23 marzo ci avevano regalato qualcosa in cui credere, forse non un filotto di 10 successi.

Contro l'Armenia, Barella ha rimesso lo zampino quasi a sigillare sostanza internazionale: quasi fosse un cerchio che va a chiudersi anche per i rigenerati-riciclati dal flop Ventura. Cosa serve a questa Italia? Continuare nel segno, ovvero segnare. Italiani brava gente, ma come dice il ct: meglio se fanno gol.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica