La Juventus è tornata a essere la Juventus. Non mi riferisco alla squadra ma al club, spesso vittima, nell'ultimo decennio, di passione, tifo e affettuose confidenze con calciatori e affini. L'affare Ronaldo smaschera gli affaristi che pensavano e pensano ancora che la società bianconera sia una banca a perdere ma forse, ed era ora, è finito il tempo delle mele, quello durante il quale addirittura un allenatore, Sarri Maurizio, venne portato in riverenza a salutare Cristiano Ronaldo in vacanza. Oggi Cristiano Ronaldo non ha ancora capito quale sarà il proprio futuro, vorrebbe andare via da Torino con il bottino, così progetta il suo badante e procuratore il quale ha scoperto un nuovo interlocutore, Arrivabene insieme con la proprietà, non più disposti ad accettare la qualunque. Ronaldo è sotto contratto per un anno, chi lo vuole sa di acquistare un oggetto vintage ma prezioso, se si presenta con il denaro allora l'affare si chiuderà e presto altrimenti il portoghese e la sua orchestra faranno i conti con una nuova realtà, societaria e tecnica. Mendes, il badante di cui sopra, pensa di essere comandante e armatore della nave, così è stato abituato, insieme con altri sodali, da dirigenti complici e consenzienti. Cristiano Ronaldo sa benissimo che la festa bianconera non ha più le luci e i cotillons di prima, la stessa Juventus sa anche che il portoghese garantisce un tot di gol difficilmente uguagliabile e che la sua presenza in campo, come a Udine, può risultare decisiva. Ma se ne può fare a meno se questo allenta il peso contabile e riporta l'equilibrio all'interno del gruppo, non più in dipendenza totale del fuoriclasse. È singolare la reazione sui social del popolo bianconero che non è affatto in rivolta dinanzi alla prospettiva di un Ronaldexit, anzi ne sembra favorevole, viste le delusioni in Champions e il fatto che l'impegno finanziario per lui abbia soffocato altre iniziative. Un concorso di cause che ha portato a un epilogo del resto atteso da tempo, dopo che lo stesso Ronaldo aveva manifestato il proprio disappunto per le speculazioni di mercato sul suo nome però mai citando la Juventus. Dettaglio, che dettaglio non è in verità, ha lasciato traccia nel club, la proprietà ha garantito 700 milioni.
Non sono le arroganze di CR7 a provocarle turbamenti, semmai un futuro da riprogrammare con maggiore attenzione e minore affetto, abbandonando le imprese donchisciottesche internazionali e badando all'ordinaria amministrazione che, per la storia della Juventus è stata sempre straordinaria, nei risultati e nella sua dignità. Cristiano Ronaldo è stato un momento esaltante, come lo sono stati Omar Sivori, Michel Platini, Zinedine Zidane. Ma i calciatori passano, la Juventus resta.
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