TorinoIl Piccoletto si è preso la Juventus. E paiono lontani i tempi in cui, all'assemblea degli azionisti, erano state numerose le critiche espresse a Marotta per avere pagato al Parma - avversario odierno - 11 milioni per ricomprarsi la metà del giocatore. «Dategli tempo - aveva risposto il direttore generale bianconero -. Comunque sia, avendo incassato due anni fa dagli emiliani 3 milioni abbondanti, il valore di mercato del giocatore è assolutamente congruo». Moggi non era d'accordo («follia»), ma nessuno in casa bianconera se ne è preoccupato: siccome Giovinco era ed è un cocco - in senso buono - di Conte, quella era la strada da battere e quella strada è stata battuta.
I numeri sono (quasi) tutti per il numero 12: miglior cannoniere stagionale della squadra (10 reti), 20 presenze da titolare (più di lui, soltanto Barzagli, Bonucci, Buffon, Pirlo, Vidal e Marchisio), minuti in gran quantità (è l'ottavo juventino più impiegato e l'attaccante che ha trascorso più tempo di tutti sul prato). In più, una sfacciataggine che gli ha permesso di non dubitare mai delle proprie qualità: «Io ho sempre saputo di poter giocare nella Juve - ha raccontato più volte -. I dubbi non erano miei, ma sono comunque contento di essere andato a Parma per poi tornare a Torino. Alla società di Ghirardi devo molto perché ha creduto in me e mi ha rilanciato. Noi però, dopo la sconfitta contro la Sampdoria, vogliamo rifarci».
Giovinco è pronto, nonostante un affaticamento a un polpaccio: farà coppia probabilmente con Quagliarella, visto che Vucinic (tendine d'Achille) viene trattato con tutte le cautele. Piuttosto, sulla salute del montenegrino cominciano a serpeggiare dubbi visto che Conte ha spiegato che «le nostre prospettive di mercato potrebbero cambiare alla luce delle sue condizioni». «Drogba? Sarebbe il benvenuto - ha buttato lì Giovinco -. Più siamo e meglio è, fermo restando che in attacco sprechiamo troppo». Scenari che verranno, con anche Immobile («lo conosco e lo stimo molto», ha ammesso Conte), Lisandro Lopez (argentino del Lione) e il sempreverde Llorente tra i papabili per rimpolpare un reparto che rischia di andare in asfissia.
«Rilanciato dal Parma Hanno creduto in me»
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