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La rinascita di Pepito Rossi, tre gol per far impazzire Firenze

Nel successo in rimonta dei viola sulla Juventus il marchio dell'attaccante azzurro. Dopo oltre un anno e mezzo fuori per un infortunio e tre operazioni allo stesso ginocchio, il bomber nato negli Usa ripaga chi lo ha saputo aspettare

La rinascita di Pepito Rossi, tre gol per far impazzire Firenze

Lo sanno i cercatori d'oro. Serve pazienza infinita, lunghe ore a prendersi l'umido dritto nelle giunture accovacciati sulla riva del fiume. Tutto per una pepita. Adesso l'hanno imparato anche a Firenze. Al 21' del secondo tempo, mentre il Franchi rideva ormai solo per le gag su Antonio Conte e i viola pensavano a com'è amaro per il quindicesimo anno consecutivo prendere solo schiaffi dagli odiati juventini, s'è svegliato Giuseppe Rossi, detto Pepito. Una botta alla schiena nel primo tempo sembrava averlo messo ko. Tanto che Montella alla fine confesserà: «Avevo anche pensato di sostituirlo...», poi si dev'essere ricordato di uno dei suoi siparietti con Capello ai tempi belli e avrà lasciato stare. E allora Pepito ha prima giustiziato Buffon dal dischetto, riaccendendo un poco il popolo viola. Quindi ha sbattuto in faccia al mondo le incertezze da maturità del portierone della Nazionale, lento ad andar per terra sul sinistro al veleno scagliato da lontano dal piccolo numero 49. E poi, al 35', quattordici minuti dopo la prima rete, ancora lui, ha infilato un sinistro a giro in corsa per il 4-2 che ha mandato in paradiso Firenze e i fiorentini.

Fanno otto gol in otto partite (è il capocannoniere) per il figlio di Ferdinando, cresciuto a Clifton, nel New Jersey, dove i suoi erano emigrati per insegnare l'italiano. Il ventiseienne che ha già girato l'Europa, tricolore atipico da questo punto di vista. Dopo le giovanili nel Parma, a 17 anni l'esperienza al Manchester United con la leggenda sir Alex Ferguson in panchina. Dopo una parentesi a Parma (con 9 gol in 19 partite) si accasa in Spagna, al Villarreal. Col «Sottomarino giallo» fa quello che gli riesce meglio: segnare, 54 reti in 136 partite. Si mette in mostra anche in azzurro, in Confederations Cup, ma Lippi se lo dimentica per il Mondiale in Sudafrica (finito com'è finito per i colori azzurri). Ma la sfortuna si accorge di Pepito e segna la carriera con un marchio a fuoco. Il 26 ottobre 2011, al Bernabeu per Real Madrid-Villarreal, il crociato del ginocchio destro salta per aria. Operazione e lunghi mesi di fisioterapia. Poi, quando il rientro sembra a un passo, il 13 aprile 2012, in allenamento, il ginocchio salta di nuovo per aria. Sembra troppo pure per l'orgoglio sconfinato del piccolo Paisà. Altra volta sotto i ferri, con bis nell'ottobre per stabilizzare l'articolazione. Di Pepito si perdono le tracce.

I Della Valle se ne ricordano e nel mercato di gennaio (siamo al 2013) fanno l'offerta al Villarreal (retrocesso in serie B). E riescono a riportare Rossi in Italia. Un affare solo di nome per un giocatore fermo da quasi due stagioni: 10 milioni più sei di bonus. Pepito finisce di curarsi in America, a Firenze lo aspettano. Con pazienza. Torna per uno spezzone di partita nell'ultima di campionato. Dalla nuova stagione, maglia numero 49 sulle spalle (l'anno di nascita del babbo scomparso da poco), è titolare fisso in un attacco delle meraviglie con Mario Gomez (che però si fa male presto). Ora tutta la responsabilità è sulle spalle e lui non tradisce.

Chi ha tanta pazienza va ricompensato, con una stagione d'oro di Pepito.

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