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Ripresa no grazie. All'estero coro di contrari

Dalla Germania alla Spagna fino all'Inghilterra, cresce il partito dello stop

Ripresa no grazie. All'estero coro di contrari

Un coro compatto contro la ripartenza. Perché non tutti vogliono giocare, anzi. C'è anche chi scende in campo solo per ribadire il proprio scetticismo. «Dovremmo stare tutti in quarantena, è bizzarro e superficiale non farlo», ha affermato Birger Verstraete, giocatore del Colonia, poi ammorbidite in serata dopo l'intervento della società. Nel suo club di appartenenza venerdì sono emersi tre casi di coronavirus (due calciatori e un fisioterapista), ma la società ha imposto alla squadra di continuare ad allenarsi. «Il fisioterapista risultato positivo è l'uomo che, per settimane, si è occupato di me e degli altri ragazzi si è sfogato Verstraete Con uno dei due giocatori sono stato nella sala fitness. Non è quindi giusto dire che nessun altro è entrato in contatto con i positivi. Mi aspetto che il virus si sia diffuso. Riprendere il campionato lo trovo naif. Il calcio non è la cosa più importante. Molti giocatori, se ci fosse un sondaggio anonimo, voterebbero per non giocare».

Non solo in Germania c'è però chi è contrario alla ripresa. In Spagna il sindacato dei giocatori non ha dato l'ok, come richiesto, al protocollo per il ritorno in campo deciso dalla Commissione Sport. Sono anzi stati richiesti chiarimenti sui rischi di contagio per i calciatori nel caso si riscontrassero nuove positività. «Vogliamo sapere così l'assocalciatori spagnola qual è il reale rischio di contagio alla ripresa, se i test ai giocatori spettino al ministero della Salute e come funzioni il coordinamento in caso di inosservanza del protocollo. Vanno previste sanzioni severe per i trasgressori». Tra le richieste del sindacato anche l'intervallo di almeno tre giorni tra un match e l'altro e il divieto di scendere in campo con temperature oltre i 32 gradi.

In Premier League è dura la presa di posizione del Brighton, contrario alla ripresa con partite da disputare su campi neutri: «Potrebbe influire sull'integrità della competizione. Non siamo favorevoli ha spiegato l'amministratore delegato del club Paul Barber Tutti dovremo accettare alcuni compromessi pur di chiudere la stagione e uno di questi è quello di giocare a porte chiuse, che è necessario. Ma non il campo neutro». L'attaccante del City Aguero è invece contrario alla ripresa, indipendentemente dal format della stessa: «La maggior parte dei giocatori è spaventata ha spiegato anche noi abbiamo famiglia, figli, genitori».

E il coro di chi non vuole giocare si arricchisce ogni giorno di una voce in più.

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