Risse e insulti, è un calcio all'educazione

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Tra una comica sul razzismo a Casale, con imbarazzato dietrofront del club medesimo, e la rissa finale da cortile di Siena non c'è molta differenza. Il calcio italiano, dalla Serie A fino ai tornei giovanili Berretti è sempre più uguale a un quartiere di periferia dove le forze dell'ordine non hanno libertà di accesso e di azione e dove vige la legge dei boss. Si gioca a pallone e, in contemporanea, si litiga con linguaggi volgari e anche miserabili. Dice: ma questo è lo stadio, questo è il calcio, non siamo mica in chiesa. Strano: vedo molti addetti farsi il segno della croce prima di entrare in campo oppure rivolgere preghiere al cielo dopo un gol, vedo madonne e cristi tatuati su corpi atletici, poi parte la bestemmia, poi parte l'insulto, poi anche il presidente, quello che dovrebbe dare l'esempio, si allinea, anzi mette la freccia e supera il gruppo. Pulvirenti ha definito Agnelli «una zitella isterica in crisi di astinenza». Non trattasi di frase razzista, non ci sarà l'intervento dell'Onu o di Amnesty, basterebbe una parola della Lega calcio ma in questo sito risulta presente e attivo lo stesso Pulvirenti, assente e inattivo il succitato Agnelli. Si potrebbero aggiungere altre baruffe da e in ogni dove, basta osservare le nostre tribune cosiddette di onore: al centro ci sta il presidente titolare del club di casa, al suo fianco e attorno ronzano personaggi vari; qualche metro più in là, magari più sotto rispetto all'altare maggiore, viene collocato l'ospite. Il galateo non suggerirebbe questa soluzione, anzi l'ospite dovrebbe sedersi a fianco del padrone di casa, così avviene in Spagna, dove il sangue è caliente come il nostro ma non vengono segnalate scene isteriche e comiche dei presidenti dopo un gol della loro squadra. Che c'entra questo con la serie A e il razzismo? C'entra, perché oltre il risultato del campo c'è ormai l'odio, la mancanza di rispetto delle regole, il fair play riguarda soltanto le finanze, il terzo tempo è stato abolito. In un Paese normale le scene di Siena o di altri campi di gioco farebbero scattare un'immediata indagine della polizia. Ma è chiedere troppo, considerato lo stato delle nostre forze dell'ordine, vilipese e sottopagate, costrette a dividere milionari fasulli e villani, presidenti compresi. Il totale di questo week end dice che la Juventus si è ripresa in tutti i sensi: si è ripresa nella testa e nel fisico e si è ripresa 5 punti di vantaggio sulle seconde. Poi ci sarebbe da riflettere sulle voci di mercato.

Se un marziano piombasse dalle nostre parti e si informasse sulle operazioni di entrata e uscita degli ultimi anni dovremmo raccontargli quanto segue: le due milanesi si sono liberate di Sneijder, Balotelli, Pato, Pirlo, Ibrahimovic, Thiago Silva, Maicon ma in cambio sono arrivati e sono in arrivo Rocchi e Kakà (e magari il ritorno di Balotelli). Possiamo immaginare la reazione dell'extraterrestre di cui sopra: «Marziano io?».

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