Sei punti tra Verona e Cagliari: in campionato la cura Seedorf funziona e funziona alla grande. Produce un rilancio che non deve far sognare ad occhi aperti ma può almeno riconciliare il Milan con i suoi tifosi. Ora si ritrova a 16 punti dalla zona Champions (Napoli) ma a sole 5 lunghezze dall'Europa league (oltre che dall'Inter di Mazzarri).
Impensabile fino a domenica mattina. Anche ieri, come col Verona, lo spunto decisivo è maturato nel finale, quasi a voler smentire il cedimento fisico tradito nella sfida di coppa Italia con l'Udinese. Allora su rigore, ieri su punizione risalendo la china di una sconfitta immeritata fino a quel punto. Il tutto concentrato in pochi minuti, tre addirittura, nel tambureggiante finale, altro tratto distintivo del gruppo (è la squadra che ha fatto un maggior numero di gol e di punti nei pressi della sirena). Decisivi i cambi, in modo speculare, di Seedorf e Lopez: in senso positivo Pazzini, combina un bel guaio Cabrera appena arrivato al posto di Sau a metà ripresa. L'uruguagio provoca una inutile e dannosa punizione che consente a Balotelli di esercitarsi nella migliore virtù del suo noto repertorio tecnico (calcio su punizione), il centravanti recuperato alla migliore salute firma con una zampata delle sue il secondo successo consecutivo dell'era Seedorf (mai accaduto con Allegri in panchina) e ricaccia indietro le streghe di una ennesima sconfitta.
Ripetuto il film più recente: per mezz'ora il Milan ha incantato la platea e anche il Cagliari sottoponendo Avramov, il portiere, agli straordinari. Almeno tre le polpose occasioni da gol respinte dal portiere isolano con protagonisti Honda e Balotelli. Il vantaggio del Cagliari è il risultato, simbolico, del solito accidente difensivo: se non è un rigore di Emanuelson o un buco di Bonera, è una paperissima di Amelia, scelto (qui sta il peccato) come vice Abbiati solo per amore di graduatoria interna, non certo per abilità e affidabilità. Calciando a favore di vento, il portiere ha prima messo in crisi Bonera, poi ha servito addirittura una palletta comoda comoda a Pinilla che l'ha trasformata in un cioccolatino per Sau. Non gli hanno tirato più in porta: è stata l'altra fortuna toccata a Seedorf.
Per mezz'ora, la prima, è calcio promettente, per il resto invece il Milan è ripiombato nei difetti di sempre anche perchè Kakà non ha lo spunto mostrato nelle settimane precedenti mentre Honda oltre a sbagliare gol facili si è ritrovato scomodo sulla corsia di destra dovendo lavorare col sinistro che è il suo piede migliore, per tacere di Robinho la cui utilità è pari a quella di un raccattapalle. Ma forse a complicare la risalita, oltre al vento, è anche il rendimento di De Jong e di Montolivo da cui dipendono, con lo schieramento attuale, i tempi di gioco, i lanci giusti, i ritmi diversi e le chiusure coraggiose. La frustata finale è frutto di orgoglio del gruppo milanista e dello scellerato fallo di mano commesso da Cabrera trasformato in pepita da Balotelli.
Ecco l'elogio pubblico che bisogna fare qui per Mario, ieri al servizio esclusivo della squadra e delle scelte di Seedorf. Si è consumato nel pressing, ha mandato Honda quasi in gol, e quando c'è una punizione da posizione favorevole non sbaglia un colpo. Invece della soluzione di forza, ha preferito la foglia morta che ha ingannato Avramov, rimasto inchiodato sul lato scoperto dalla barriera. Nell'occasione si è guadagnato l'ammonizione che gli farà saltare la sfida di sabato col Torino. La sua reazione è comprensibile, signori miei: anche Giobbe, icona della pazienza, la perderebbe se sottoposto a un continuo e ossessionante concerto di fischi e di veleni.
Si sono rivisti Abate, Pazzini e Muntari, tre titolarissimi viene da dire, tutti e tre provenienti dalla panchina, che possono tornare utili non solo per riguadagnare posizioni in classifica ma anche per perfezionare i meccanismi in vista della Champions e della sfida con l'Atletico Madrid. Forse la notizia migliore è proprio questa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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