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Da La Rocca a Lanzafame, sconosciuti di successo

In Inghilterra hanno dedicato una salsa a Di Piedi. E in Belgio stanno rilanciando Marrone

Da La Rocca a Lanzafame, sconosciuti di successo

Non si vive di soli Balotelli e Conte. Di italiani all'estero che tengono alto il tricolore sui rettangoli di gioco ce ne sono parecchi, ma nessuno ne parla. Facile giocare nei campionati minori, dice il luogo comune. Una tesi che al palermitano Michele Di Piedi non è mai andata giù. 35 anni, attaccante, in gol in 7 paesi e 3 continenti diversi. «Una presunzione degli italiani è che si giochi bene solo da noi. Tutt'altro: non avete idea di quanto si corre in Asia». E' un romanzo d'avventura la storia di Di Piedi, tanta gavetta in Italia tra C1, C2 e D, e soddisfazioni solo all'estero. Come nello Sheffield United, dove «mi volevano così bene che nei supermercati comparve la Salsa Di Piedi, una specie di ragù alla bolognese dedicato al sottoscritto». Dalla Lituania invece scappò perché si gelava, mentre a Myanmar fece bene nella Champions Asiatica e un giorno gli telefonò Thohir. «Non certo per l'Inter, ma mi voleva al Persib Bandung, la sua squadra indonesiana». Fino a giugno Di Piedi era in Venezuela, oggi gioca nel Mons Calpe a Gibilterra, l'unico torneo in Europa dove tutte le partite vengono disputate in un unico stadio, il Victoria, impianto talmente vicino all'aeroporto da consentire lo spegnimento di tutte le luci nei casi di emergenza - direttamente dalla torre di controllo.

All'estero c'è anche chi solleva trofei in serie come Iacopo La Rocca, difensore centrale ex giovanili della Lazio che in Australia sta riuscendo dove Alessandro Del Piero aveva fallito, ovvero vincere. Non solo nella A-League australiana, che lo vede difendere i colori dei campioni in carica dell'Adelaide United (club in cui milita dal 2015), ma anche a livello internazionale, con la Champions Asiatica conquistata nel '14 con i Western Sydney Wanderers. Nel Mondiale per club dello stesso anno, la sua rete ai messicani del Cruz Azul gli ha permesso di diventare il terzo giocatore italiano dopo Filippo Inzaghi e Alessandro Nesta a segnare in questo nuovo format di torneo che ha sostituito la vecchia Coppa Intercontinentale.

Sta segnando come quasi mai gli era capitato in carriera anche l'ex vivaio Juve Davide Lanzafame, che in Ungheria con la maglia della nobile decaduta Honved si è riscoperto bomber, andando in rete per 7 partite consecutive, impresa riuscita a quella latitudini a un ristretto numero di giocatori, tra i quali Puskas, Czibor, Kocsis e Detari. Il gol non è invece il mestiere di Luca Marrone, la cui presenza nella mediana dello Zulte Waregem non passa però inosservata. Il giocatore della Juventus ha scelto il Belgio per cercare di giocare una stagione intera con continuità, e si trova ora in vetta al campionato con questa provinciale fiamminga guidata da un ex poliziotto, Franck Dury, non uno sprovveduto qualunque, visto che ha lanciato nel grande calcio Thorgan Hazard, fratello minore di Eden del Chelsea. «Marrone ha 26 anni - ha detto il tecnico -, ma a livello tattico è paragonabile a un veterano di 36».

A 26 anni si è giovani solo nel calcio italiano.

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