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Rocchi, violinista mediocre come il campionato

Jouer du violon, in lingua di Francia, significa manipolare, truffare, prendere in giro chi ti sta di fronte. Non credo che l'arbitro Rocchi conosca il francese, nel senso dell'idioma, ma conosce il francese, nel senso dell'allenatore della Roma e dunque ha deciso di spedire nello spogliatoio Rudi Garcia che, dopo il primo rigore concesso alla Juventus, gli aveva fatto il gesto del violinista. Il caso Rocchi è singolare. Secondo la Federazione Internazionale della Storia del Calcio, in breve Iffhs, Rocchi, nel 2013, sarebbe stato il decimo arbitro più bravo al mondo. Preferirei non conoscere le generalità degli altri mille, è bastato osservare l'arbitraggio del toscano, ieri sera a Torino, per capire che il problema, pre e postcalciopoli, esisteva, esiste ed esisterà, in Italia e nel resto d'Europa.

Anche perché c'è una contraddizione, direi anche un equivoco, nel mondo del football. Qui possono viaggiare liberamente, da un Paese all'altro, calciatori, allenatori, medici, preparatori atletici, dirigenti, azionisti ma il solo settore inchiodato al proprio territorio di origine è quello arbitrale. Che, tuttavia, diventa dinamico quando arrivano le coppe e i tornei vari, arbitrando fuori dal proprio paese. Una libera circolazione degli arbitri porterebbe a una concorrenza più ampia, dunque uno stimolo professionale continuo con un miglioramento delle proprie prestazioni. Gli stessi attori, i calciatori e gli allenatori, avrebbero un comportamento diverso nei confronti dell'arbitro straniero, così la stampa che vede grigio, nelle designazioni, comunque e dovunque. Rocchi fa parte di questa casta, le sue decisioni di ieri, alcune discutibili, hanno ribadito una personalità non proprio da numero 10 mondiale, come da classifica, piuttosto una debolezza nei confronti delle proteste continue che poi si scarica nella lesa maestà e, ieri, con l'espulsione di Garcia. Il nostro campionato è già modesto di suo, gli arbitri sono in linea con la qualità scadente, nessuna tecnologia potrebbe risolvere il problema, semmai risolvere alcuni dubbi, fermo restando la mediocrità generale. Juventus e Roma hanno giocato un football aspro che andava gestito e disciplinato con autorità e fermezza.

Tre calci di rigore fanno notizia ma è già accaduto più volte (ricordo un Brescia-Roma con 3 rigori e 4 espulsi), il risultato finale non cambia la sostanza, due squadre diverse dalle altre in serie A ma ancora vittime di una rivalità faziosa, alimentata da tifosi e giornalisti, non certo dai calciatori.

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