Da Rocco senza ufficio al finestrone di Kakà

Il Milan dopo 46 anni lascia la storica sede dove ha costruito il proprio mito. Voluta dai Carraro, modernizzata da Berlusconi, ha visto passare la storia

Da Rocco senza ufficio al finestrone di Kakà

La delibera del cda porta la data, indelebile, del 29 agosto 1967: è in quella sera molto afosa che viene sancito quasi con atto notarile il trasferimento della sede dell'Ac Milan da via Serbelloni (uffici di proprietà di Felice Riva, nel frattempo precipitato in una crisi che coinvolge l'azienda di famiglia Vallesusa, situati proprio di fronte alla residenza della famiglia di Angelo Moratti) in via Turati al 3. La scelta è opera esclusiva del consigliere Andreoli, ginecologo di fama, incaricato dai Carraro, padre e figlio, Luigi e Franco, presidente e vicepresidente dell'epoca (una famiglia al comando, corsi e ricorsi storici), di occuparsi del trasloco. I Carraro amano la comodità oltre che i colori rossoneri: hanno casa in via dei Giardini e la sera, per raggiungere il terzo piano di via Turati 3, devono percorrere meno di 100 metri! Comincia allora la lunga e gloriosa storia di via Turati, scandita dai successi calcistici della squadra in giro per il mondo: gli impiegati sono appena 15, concentrati sullo stesso piano la sala consiglio e la segreteria, il settore giovanile e il centralino, la sede dell'associazione dei Milan club.

É l'epoca artigianale in cui, sempre in via Turati avvengono le convocazioni di Nereo Rocco (al quale non viene assegnata una stanza, quando arriva il Paron va a sedersi nell'ufficio di Bruno Passalacqua, il ds); in via Turati si svolgono la vendita dei biglietti della partita e l'acquisto degli abbonamenti. Alle pareti qualche gigantografia dei trionfi rossoneri e qualche quadro d'autore, Salvatore Fiume il pittore caro ai Carraro. Quando piomba Giussy Farina, seguito del primo scandalo scommesse e della presidenza Felice Colombo, spariscono i quadri d'autore e compaiono stampe antiche e raccolte di francobolli: è il segno dei tempi e della gravissima crisi che rischia di portare il Milan al fallimento. «Con Silvio Berlusconi comincia la nuova era: in ufficio arrivano la moquette rossa e i computer» ricorda la segretaria dell'epoca Mary Buscaglia: arrivano anche Gullit e Van Basten, Arrigo Sacchi e Donadoni, scudetti e coppe. Insomma comincia la grande cavalcata che porta il Milan in cima a tutte le classifiche e alla qualifica di “club più titolato al mondo“, come recita la scritta autorizzata dalla Fifa sul colletto della divisa da gioco. Con gli anni si moltiplicano i dipendenti (quasi 100 oggi) e anche gli spazi: un piano alla volta, gli uffici dell'Ac Milan cominciano ad occupare un'area di quasi 1.400 mq che vengono acquistati da Pirellire nel 2004, forse è l'euforia della stagione dello scudetto di Carlo Ancelotti, di sicuro è una intuizione perché, qualche anno dopo, consente di portare a casa un autentico affare vista la cifra strappata in questi giorni per la cessione: 10 milioni di euro. Via Turati è la sede, nei 46 anni di storia milanista, dove avvengono soltanto due manifestazioni popolari del tifo spontaneo: entrambe nel nome di Kakà. La prima per sventare la sua cessione al Manchester City nel gennaio del 2009, la seconda nel settembre del 2013 per festeggiare il suo ritorno dal Real Madrid. É la prima volta che viene utilizzato un balcone laterale per salutare i tifosi e lanciare maglia e sciarpa. Tutte le altre presentazioni sono state ospitate da Milanello o da un grande albergo del centro! Da qualche giorno, il Milan è trasferito al Portello, parco Vittoria l'indirizzo, una piattaforma residenziale non ancora completata. «C'è ancora tanta polvere» si lamenta con qualche ragione il portavoce di Barbara Berlusconi, Zennaro, che soffre d'asma. La superficie è gigantesca: 9 mila metri quadri, per raggruppare anche gli uffici per la vendita dei biglietti attualmente ubicati nella torre 1 dello stadio San Siro. Nel 2014 è prevista l'inaugurazione del salone delle coppe: sarà ancora più grande di quello del Real Madrid al Bernabeu e verrà aperto finalmente al pubblico.

Al piano presidenziale, l'ufficio panoramico, il più bello in assoluto, è quello riservato a Silvio Berlusconi: dai finestroni potrà ammirare tutta Milano. Sui suoi finestroni sarà riprodotta una enorme coppa dei Campioni.

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