Roma, che tiri Mancini. La Juve sbatte sui legni e sul "pullman" di Mou

Special One senza punte, ma trova il colpo dell'azzurro. Per Allegri alla fine solo tre pali

Roma, che tiri Mancini. La Juve sbatte sui legni e sul "pullman" di Mou

Occorreva un lampo per illuminare una sfida a lungo noiosa e fatta solo di strappi, ma che valeva molto dal punto di vista psicologico e della classifica. Quel lampo è arrivato agli albori del secondo tempo da uno dei calciatori meno attesi, Gianluca Mancini. Un eurogol per il difensore della Roma (prima rete stagionale dopo 15 mesi di digiuno e l'Inter unica big contro cui aveva fatto centro in carriera) che interrompe la rincorsa rabbiosa della Juventus, che nella notte del 25° sold out cosecutivo all'Olimpico si ferma su tre pali (Rabiot, Cuadrado e una deviazione fortuita dello stesso Mancini) oltre che a quattro vittorie di fila in campionato. Il forcing finale della truppa di Allegri è sterile nonostante il tecnico si giochi tutte le carte a sua disposizione, compresa quel Kean che resta in campo 43 secondi, il tempo di rifilare un calcione a Mancini (sempre lui!) e farsi espellere. Uscendo a testa bassa con Allegri che nemmeno lo guarda.

Una gara con poche emozioni, nella quale ha dovuto lavorare più Szczesny che Rui Patricio se consideriamo gli interventi del portiere bianconero su Dybala e Smalling. Quel destro preciso nell'angolino del numero 23 giallorosso riporta in zona Champions la Roma, che non batteva la Juve in casa dal maggio 2019, e allontana i bianconeri dalla zona europea, sempre che il Collegio di Garanzia non riporti la situazione a prima del -15.

C'è Mourinho in panchina, grazie alla «sospensione» della squalifica per i fatti arcinoti di Cremona, che abbraccia calorosamente Allegri - 39 titoli in due - prima della sfida e poi appare quasi «anestetizzato» in panchina. Lasciando spesso al vice Foti il compito di dare consigli alla squadra durante il match. Persino quando la panchina si accende per un intervento duro di Kostic (che rischia il rosso) su Ibanez, lui si limita ad aprire le braccia senza proferire parola. Gara brutta, si diceva, nella quale steccano i possibili protagonisti, da un Dybala forse emozionato che si vede solo nell'occasione del sinistro già citato al connazionale Di Maria che finisce ingabbiato dall'attenta difesa guallorossa. Alla fine prevale il carattere della Roma - che gioca di fatto senza punte e con Wijnaldum falso nove - abile ancora una volta a portarsi in vantaggio con un episodio che spezza l'equilibrio e poi a difendersi con ordine sulle sfuriate juventine.

Allegri, dopo aver visto arrivare seconda la sua cavalla Estrosa nel premio Ceprano di galoppo all'Ippodromo delle Capannelle, le tenta tutte per scardinare il muro della Roma, ma spesso manca convinzione e soprattutto qualità nelle giocate. I giallorossi conquistano la quinta vittoria di fila in casa senza subire gol, ormai un marchio di fabbrica della truppa di Mourinho.

Il quale pareggia i conti con il collega bianconero (3 successi a testa nelle sfide dirette) e si regala un sorriso dopo cinque giorni di polemiche per l'effetto Serra per ora sventato e del quale si riparlerà il 10 marzo. Ora l'Europa League, un esame per entrambe, soprattutto per la Juve. Che si attacca alla Coppa per rimettere in sesto una stagione piena di sorprese in negativo...

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