I viaggi europei in Germania non sono propizi per la Roma: in 12 trasferte dal 1980 a oggi, solo due successi (nell'ormai defunta coppa Uefa a Norimberga il 7 settembre 1988 - in campo c'era Rudi Voeller, ora ds del Bayer Leverkusen, l'avversario di oggi - e ad Amburgo il 7 dicembre 2000 con Totti in panchina) e ben 10 ko. Gli ultimi, in Champions, con il Bayern Monaco.
Numeri non certo confortanti, come il dato sull'ultima vittoria esterna dei giallorossi nella coppa dalle grandi orecchie (3-2 a Basilea nel novembre 2010). Perfino l'unico precedente con il Bayer è negativo: eliminazione nel 2004 con un 1-1 interno e un 1-3 in casa delle «aspirine» esattamente 11 anni fa. E l'unico reduce di quella serata alla BayArena sarà Daniele De Rossi, che sabato ha tagliato con tanto di gol il traguardo delle 500 presenze con la Roma e che in quell'occasione rimediò uno dei suoi tanti cartellini rossi della carriera.
Al di là delle statistiche, la sfida di stasera e il return match dell'Olimpico del 4 novembre sono sicuramente il crocevia europeo della stagione giallorossa. «Vogliamo fare il salto di qualità in Europa e passa tutto dalla doppia sfida con il Bayer», dice Florenzi, uno dei giocatori fondamentali di questo gruppo. «È una settimana eccitante, vincendo a Leverkusen faremo un passo avanti per la qualificazione e domenica a Firenze ci giochiamo il primo posto - sottolinea Garcia -. Arriviamo in Germania per fare risultato, la Roma non lo fa da queste parti da 15 anni. Il Leverkusen è una buona squadra, fa pressing alto e gioca a ritmo alto, ha fatto bene in Champions e un po' meno in campionato. Ha giocatori di livello, sarà una grande gara».
Il Bayer ha vinto le ultime cinque partite interne in Europa, una delle quali con la Lazio nel preliminare di agosto, ma Garcia può mettere sul piatto una serie positiva di risultati e un ritorno eccellente. Il condottiero francese, dopo la notte amara di Borisov, ha ridotto al minimo la rotazione degli uomini modificando semmai il modulo. Seguendo questa strada, sono arrivate tre vittorie di fila e dodici gol realizzati. Anche se Garcia in Champions vanta solo tre successi in carriera. «Non parlo di Lille, è un'altra storia e un'altra Champions - evidenzia il tecnico -. Con la Roma abbiamo giocato 8 volte, di cui 2 col Bayern, 2 col City e una col Barcellona. Era possibile fare meglio ma continueremo a fare la stessa cosa, giocare per vincere. E serve prendere punti in Germania, altrimenti il destino non sarà più nei nostri piedi».
Stasera nel catino della BayArena, espugnata quest'anno solo dal «minuscolo» Darmstadt il 12 settembre, l'allenatore della Roma potrà giocarsi una carta in più: Edin Dzeko. L'attaccante non gioca da 24 giorni e, pur avendo risposto alla chiamata della sua Nazionale, è rimasto in panchina nelle due sfide che hanno portato la Bosnia ai playoff per un posto all'Europeo.
Dall'impiego della punta dipenderà anche l'assetto tattico della Roma: con Dzeko in campo, ritorno al 4-3-3, senza il bosniaco si potrebbe optare per un 4-4-2 con Pjanic dal «piede caldo» dopo le perle regalate in campionato su punizione (finora nessuno come lui nei maggiori 5 tornei europei dalla «mattonella»). La condizione ancora non al top di Edin potrebbe far pensare a un impiego per uno spezzone di gara, anche se il calciatore si è allenato bene dal suo ritorno a Trigoria, non accusando alcun problema psicologico. Dzeko non ha però grande feeling con la Champions - solo 7 reti nelle 31 presenze collezionate tra Wolfsburg, Manchester City e Roma - ma in Bundesliga ha già fatto due gol al Bayer.
In difesa tornerà Rudiger a far coppia con Manolas come contro il Barcellona. Per blindare la porta un po' troppo violata anche in campionato. Ed è questo uno dei difetti da correggere per regalarsi una stagione da protagonisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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