Roma forte solo coi piccoli. E in gol mai con l'attaccante

Con le piccole può bastare tirare anche solo 4 volte nello specchio della porta e segnare con un difensore

Roma forte solo coi piccoli. E in gol mai con l'attaccante

Con le piccole (43 punti su 45 il bilancio della squadra di Fonseca nelle sfide con le formazioni dal decimo posto in giù in classifica) può bastare tirare anche solo 4 volte nello specchio della porta e segnare con un difensore. Succede così con il Genoa, arrivato all'Olimpico per difendersi e tutt'al più rendersi pericoloso in qualche ripartenza. La Roma si ritrova al quarto posto per una notte, in attesa di Inter-Atalanta, con il minimo sforzo e grazie alla zuccata vincente di Gianluca Mancini. Già decisivo all'Olimpico contro il Cagliari e con l'Inter a gennaio. Stavolta il suo salto non è falloso come quello nella sfida con il Milan quando effettuò l'assist per il gol di Mkhitaryan, poi annullato perchè l'ex Atalanta affossò Theo Hernandez. «Ma non siamo pinguini, per staccare in elevazione dobbiamo prendere posizione con le braccia...», così Mancini dopo la gara.

I numeri delle ultime sei gare, con due zero nella casella dei gol segnati, dicono anche che appena una delle sette reti porta la firma di un attaccante - Pedro con l'Udinese -.

Ieri contro il Genoa Fonseca ha sì recuperato Smalling in difesa ma ha dovuto scompaginare il resto della squadra (Cristante, diventato ormai un jolly, a sinistra in retroguardia, Pellegrini a centrocampo con Diawara, El Shaarawy trequartista alle spalle di Mayoral per far rifiatare Mkhitaryan). Nei minuti finali ha addirittura sacrificato lo spagnolo unica punta per inserire Fazio, un altro difensore, e difendere lo striminzito vantaggio. Cosa non si farebbe per conquistare i tre punti...

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