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Roma, l'addio di Totti al veleno: "Me ne vado ma non per colpa mia"

Francesco Totti non ha usato giri di parole per parlare del suo addio alla Roma: "Non mi hanno messo nelle condizioni di poter lavorare, mi faccio da parte per il bene del club"

Roma, l'addio di Totti al veleno: "Me ne vado ma non per colpa mia"

Un puntualissimo Francesco Totti si è presentato alle ore 14 presso la sala conferenze del Coni per dare addio alla sua amata Roma. Il Pupone ha voluto per prima cosa ringraziare il numero uno Giovanni Malagò per avergli dato la possibilità di usufruire della location: "Per prima cosa volevo ringraziare il Presidente del Coni Giovanni Malagò per avermi dato questa possibilità in questo salotto bellissimo e con ospiti importanti".

Totti è poi andato dritto al punto: "Alle 12:41 del 17 giugno del 2019 ho mandato una mail al Ceo della Roma dove ho scritto alcune cose per me impensabili, ho dato le mie dimissioni da dirigente alla Roma. Viste le condizioni penso sia stato doveroso e giuto prendere questa brusca decisioni anche perché non ho mai avuto la possibilità di lavorare sulla parte sportiva della Roma. La mia scelta è stata dura, durissima, ma penso che sia la più giusta".

Il 42enne ex capitano ha continuato spiegando come lui in questa scelta di lasciare abbia messo per prima cosa davanti a tutto il club: "Davanti a tutto ci deve essere la Roma, nessuna frazione pro Totti, pro Pallotta, pro Baldini. Come ho sempre detto i Presidenti, gli allenatori, i giocatori passano, le bandiere non passano, quelle no. Ho pensato tanto in questo periodo e posso dire che non è stata colpa mia prendere questa decisione. Non so più che dire ormai, avete tutto titoli e quant'altro".

Totti ha poi affermato di non essersi pentito di aver accettato il ruolo da dirigente della Roma: "No, non l'ho mai pensato, perché questa è casa mia. Prendere questa scelta è stata difficilissima perché io ho sempre voluto portare in alto questi colori in Italia e in Europa. Ripeto, non è stata colpa mia perché non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico e il primo anno ci può stare, nel secondo avevo già capito cosa volessi fare e non ci siamo mai trovati, mai aiutati uno con l'altro anche perché tutti sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di dare tanto a questa società ma loro non hanno mai voluto. Sono stato fatto fuori da tutto".

Il Pupone ha poi fatto una carezza ai tifosi, promettendo come questo sia un arrivederci e non un addio: "Alla gente di Roma devo dire solo grazie per come mi hanno sempre trattato, c'è stato sempre un reciproco rispetto sia in campo che fuori perciò posso dire solo di continuare a tifare la Roma, va sempre onorata. Per me è la squadra più importante del mondo,vederla in difficoltà mi dà fastidio, Roma è Roma. I tifosi sono diversi dagli altri tifosi, la passione, l'amore che ci mettono è talmente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori io continuerò a farlo e questo è sicuramente un arrivederci non un addio. Da esterno posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma. Mi dà fastidio pensare a questa cosa, per ora prenderò altre squadre e al momento giusto io tornerò e sarò sempre pronto".

Totti ha anche parlato del prossimo futuro: "In questo momento posso fare tantissime cose. In queso mese valuterò tutte le offerte e quella che mi farà stare meglio l'accetterò con tutto il cuore. Se prenderò una decisione sarà quella definitiva. Io non voglio indicare chi sia il colpevole, è stato fatto un percorso, non è stato rispettato e alla fine ho preso questa scelta". Totti è poi entrato in gamba tesa sulla società: "Dal lato sportivo tutti sanno che hanno voluto che io smettessi. Dal punto di vista dirigenziale tutti sanno che avevo un contratto di sei anni e inizialmente sono entrato in punta di piedi. Di promesse ne sono state fatte tante ma non sono mai state mantenute, col passare nel tempo ho giudicato e valuto anche io e ho ponderato che loro non volessero che io facessi a pieno questo ruolo".

Totti è poi entrato in gamba tesa su Franco Baldini, consigliere da Londra di James Pallotta: "Il rapporto con lui non c'è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione penso sia normale che ci siano degli equivoci, problemi interni nella società. Uno dei due dove uscire e mi sono fatto da parte io, non servono troppi galli a cantare. Ci sono troppe persone che mettono bocca su tante cose che fanno solo danni. Ognuno dovrebbe fare solo il suo, se tutti parlano su tutto si crea un gran casino. Quando canti da Trigoria non lo senti mai il suono, l'ultima parola spettava sempre a Londra perciò era inutile fare o dire ciò che volevi fare, dire e pensare. Era tutto tempo perso".

L'ex capitano e simobolo della Roma ha poi parlato delle possibilità della Roma di poter competere ed è entrato ancora in tackle sulla società: "Sappiamo tutti dei problemi del FFP. Hanno fatto la scelta difficile di vendere giocatori più forti e balsonati. E' anche la mossa più semplice quella di vendere i più forti per mettere a posto i conti. Ma bisogna anche essere chiari con i tifosi. Ai tifosi bisogna dire la verità. Quando ho detto che la Roma sarebbe arrivata quinta mi han detto che sono incompetente e che tolgo i sogni ai tifosi. Quando sei trasparente, sei inattaccabile. Io sono abituato a dire la verità e non posso stare qui dentro".

Totti ha anche mandato una stilettata a James Pallotta, definito un Presidente assente: "Per me è pesato tantissimo. Il giocatore trova sempre un alibi o una scusa. Crea un danno, ma io l'ho detto e ripetuto tantissime volte. Il presidente deve essere più sul posto. Quando i giocatori e i dirigenti vedono il capo, stanno sull'attenti e lavorano come dovrebbero. Quando non c'è il capo fanno tutti come pare a loro. E' come fare un allenamento senza il mister. Se c'è il mister vai a 100 all'ora, col secondo inizi a fare lo stupidino".

Totti ha poi parlato del suo lavoro non svolto da direttore tecnico: "Non ho mai fatto nulla. Non mi sono mai sentito coinvolto nell'area tecnica. Non voglio fare il fenomeno, ma penso di sapere riconsocere i giocatori. Ho le basi e l'occhio per vedere le qualità dei calciatori. Questo lo so fare bene, anche sbagliando. Ma la mia parola vale, mettendoci sempre la faccia. Soprattutto quando le cose vanno male come è successo quest'anno. Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Non sono mai stato reso partecipe. Solo quando erano in difficoltà mi chiamavano. In due anni ho fatto forse dieci riunioni. Mi chiamavano solo all'ultimo. Il cerchio si stringe e poi subentra il rispetto verso la persona. Io ho cercato di portare qualcosa in più a questa società, ma dall'altra parte vedevo che il pensiero era diverso".

Il capitano di mille battaglie ha poi motivato la sua assenza all'ultima riunione a Londra: "Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente. Ho chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di avere queste competenze. Non ho mai chiesto di fare tutto. Ho chiesto di poter decidere come tutti gli altri, mettendoci la faccia. Se poi però decidono l'allenatore, il direttore sportivo e tu passi in secondo piano, allora che direttore tecnico sei? Non sono andato a Londra perché me l'hanno detto due giorni prima ed era già tutto fatto. Non mi hanno chiesto un parere. L'unico allenatore che ho chiamato è stato Antonio Conte. Gli altri non li ho mai sentiti. Io per stupido non ci passo. Non è vero che l'unico che non ho contattato io (Fonseca) ha poi accettato. QUesta è la verità".

Totti ha poi riservato parole al miele del Ceo Guido Fienga: "Fienga è l'unico dirigente che ha creduto in me. L?unico che ho chiamato con lui è stato Ranieri. Tecnico che altri dirigenti non volevano. Sarebbe venuto anche gratis alla Roma e ha fatto il massimo. E' un uomo vero. Quando l'ho chiamato, mi ha risposto 'Domani sono a Trigori'. I romanisti dovrebbero essere fieri di Ranieri ed è doveroso ringraziarlo. Fienga mi ha dato la sua fiducia tre mesi fa. Tutti sapevano che volevo fare il dt".

Totti ha anche parlato dell'addio di Daniele De Rossi e del presunto ammutinamtento di cui faceva parte anche capitan futuro: "Io già a settembre dissi ad alcuni dirigenti che, se pensavano fosse stata l'ultima stagione di De Rossi, avrebbero dovuto dirglielo subito. Perché lui era il capitano della Roma, andava rispettato. Io con De Rossi ci ho parlato da amico e ho provato a fargli capire cosa stesse accadendo, nonostante fossi un dirigente. A me sembra voluto, perché da quello che so loro hanno sempre voluto allontanare i romani dalla Roma. Le mail? Io mi fido al 100% di Daniele e so che non ha mai detto e fatto certe cose.

Anzi l'anno prossimo andrò in curva sud con De Rossi a vedere una partita".



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