Roma Se la prima visita all'Olimpico ha lasciato intendere che Gattuso può aggiustare ancora molto nella stagione del Milan, compromessa fino a tre mesi fa, la seconda potrebbe rafforzare la love story tra il tecnico calabrese e il club rossonero. Sgambettata la Roma e riaperta virtualmente la lotta Champions, dove il Milan - se darà seguito al successo di domenica con una vittoria nel derby - vuole fare da quarto incomodo, il bis con la Lazio sarebbe una delle ciliegine di questo 2018 finora perfetto perché garantirebbe la 14ª finale di Coppa Italia. E farebbe salire ancora le quotazioni di Ringhio per una riconferma a fine stagione. Premiando l'ascesa di un allenatore che ha saputo trasformare la truppa rossonera sul piano tecnico-tattico e nel carattere.
Le frasi post Roma-Milan di Kessie («con Montella lavoravamo poco mentre con Gattuso c'è più ritmo e si vede anche sul campo») hanno fatto arrabbiare l'ex allenatore rossonero («in generale i giocatori cercano tutti delle scuse»). Ma la cura Ringhio ha tonificato un ambiente avviato di nuovo alla mediocrità. Tra chi ha maggiormente tratto beneficio dal cambio in panchina c'è quell'Alessio Romagnoli che non ha mai nascosto la sua fede laziale. «Seguivo la squadra dello scudetto del 2000 con mio padre, ma ora voglio la finale con il Milan», così il difensore rossonero.
L'insolita neve capitolina ha fatto saltare i piani di avvicinamento alla sfida di domani sera, quando all'Olimpico la temperatura scenderà molto sotto lo zero. Ma non ha tolto certezze all'allenatore del Milan che dovrebbe confermare l'undici vittorioso sulla Roma, fatta eccezione per Cutrone che potrebbe lasciare la maglia da titolare a Kalinic. Ritenuto più adatto nella gestione del pallone in una gara che dovrebbe essere di attesa, visto che sarà la Lazio a comandare le danze dopo lo 0-0 dell'andata. Ora bisogna capire se il blocco individuato da Gattuso saprà reggere al tour de force di impegni ravvicinati e da dentro o fuori, con tanti giovani non abituati. Un dato conforta il tecnico: nelle ultime tre gare di Coppa Italia, il Milan non ha subito gol e nelle ultime nove partite giocate lontano da San Siro ha sempre segnato. «Ora c'è da alzare l'asticella», aveva ammonito Ringhio all'inizio del fuoco di fila di gare.
Ma c'è da considerare l'avversario, i biancocelesti di Inzaghi che inseguono la terza finale negli ultimi quattro anni (e la quarta negli ultimi sei) e che paiono aver ritrovato brillantezza dopo la piccola crisi che comunque li ha tenuti aggrappati al terzo posto in classifica. La Lazio, poi, ha un feeling con la Coppa Italia che dura da venti anni. Ovvero da quel 1998 quando batté proprio il Milan in finale, che aprì una serie che ha portato a Formello altri quattro trofei. Stasera riproporrà i titolarissimi con i vari Luis Alberto, Parolo, Lulic e de Vrij che torneranno in campo dall'inizio. E si affiderà alla verve realizzativa di Immobile e alle giocate di Milinkovic-Savic che ieri ha compiuto 23 anni e la cui valutazione di mercato sta ormai schizzando oltre i 150 milioni.
Buone notizie, intanto, arrivano dal Cda del Milan, dove il risultato economico è in netto
miglioramento tra aumento dei ricavi e contenimento dei costi e va avanti il progetto di rifinanziamento del debito. E oggi l'ad Fassone farà una chiacchierata informale sulla situazione societaria con il commissario Figc Fabbricini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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