Debellata la lega lombarda dei canestri, Roma, che ha eliminato una Cantù bella ma confusa da se stessa, e Siena, che ha messo fuori prima l'orribile Milano e poi la bellissima Varese, cercano da questa sera lo scudetto del basket. Si inizia, purtroppo, dal piccolo palazzetto romano costruito nel 1957 dall'architetto Vitellozzi, la prima palla sarà alzata alle 20.15, 3500 posti dove si soffoca. Partono, però, due squadre che hanno fatto la storia della stagione. Roma perché non doveva neppure iniziare il campionato, era in crisi economica e di vocazione. Ha puntato su gente che sa lavorare come l'allenatore Calvani che, misteriosamente, non ha ancora visto sul tavolo un rinnovo del contratto da parte di chi dovrebbe benedirlo e non tenerlo sulle spine.
Siena perché dopo 6 scudetti vinti in fila ha rifatto la squadra con il poco che rimaneva in cassa nell'anno della grande crisi della città, del Montepaschi, ma puntando sull'allenatore Luca Banchi, la spalla preziosa e silenziosa del cittì Pianigiani che gli ha lasciato l'eredità più pesante. Angeli della nostra scuola tecnica, come angeli sono i giocatori Gigi Datome che per restare con Roma ha accettato anche uno stipendio più basso, e Daniel Hackett, pesarese costruito alla Southern California, figlio di Rudi ex stella del nostro campionato.
Roma ha l'entusiasmo delle squadre nate povere ma diventate belle nel tempo. Siena si è isolata dai tormenti e dai pettegolezzi cambiando quasi tutto, vincendo la coppa italia, facendo una eccellente Eurolega, fino agli infortuni di Ress e Hackett, sa come si fa a vincere ma ha nelle gambe ben 72 partite nella stagione. La chiave tecnica nasce dalla difesa: buona quella di Roma se ha l'ombrello Lawall sotto canestro, eccellente quella di Siena anche se proprio a rimbalzo ha le debolezze più evidenti.
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