Roma, tutti sotto accusa Garcia ha perso l'appeal C'è fila per la panchina

Il ds Sabatini: «Contro di noi congiuntura astrale Ma il tecnico vuol restare per vincere lo scudetto»

Roma, tutti sotto accusa Garcia ha perso l'appeal C'è fila per la panchina

RomaL'atmosfera grottesca che si respira a Trigoria, nel giorno della presentazione di Ibarbo, è la cartina tornasole del momento critico della Roma. Nemmeno il tempo di assaggiare il campo nella disgraziata serata di Coppa che il colombiano deve già marcare visita per una contrattura al polpaccio. «Siamo vittime di una congiuntura astrale, è una situazione comica presentare un giocatore già infortunato», dice un mesto Walter Sabatini.

In questo periodo disastroso, il ds giallorosso è salito sul banco degli imputati insieme al tecnico Garcia, ai giocatori e al preparatore atletico Rongoni. Colpa dei 20 infortuni muscolari già registrati in stagione oltre alla ricaduta di Strootman e non è un mistero lo scarso rapporto che intercorre tra Rongoni e i calciatori. Tanta forza, tanta palestra: ma ora la squadra non corre più.

Poi l'allenatore: l'anno scorso fu il condottiero della nouvelle vague romanista, con le sue battute ad effetto e le lucide intuizioni sul campo, oggi sembra il perfetto interprete crepuscolare di una squadra in estrema difficoltà: poca disponibilità all'ammissione degli errori, cronica incapacità di invertire la rotta nei momenti di difficoltà. E poi quella sua frase del 17 ottobre, la data X che ha segnato la trasformazione delle sorti della stagione. «Sono sicuro, quest'anno vinceremo lo scudetto», dichiarò Garcia dopo aver suonato il violino allo Juventus Stadium. Proprio da quel giorno la Roma non è più sembrata in grado di competere per il vertice della classifica.

I tifosi lo avvertono e, proprio per questo, hanno dato vita alla prima vera contestazione verso la squadra, sotto la gestione Garcia. Sintomo che, anche l'ambiente, inizia a manifestare i primi segnali di insofferenza. «Ci mancano Gervinho e Iturbe», così dopo il ko di Coppa. L'ennesimo alibi cercato dal tecnico che continua a percorrere una strada che si fa giorno dopo giorno sempre più scivolosa. La sua panchina inizia a traballare, con le sirene di Psg e Barcellona che iniziano a suonare. «Ho parlato con lui, mi ha garantito che onorerà il suo contratto fino alla fine, quindi fino al 2018 - rassicura Sabatini -. Ha rinunciato a offerte irrinunciabili, non se ne andrà prima di vincere lo scudetto con la Roma». Quest'ultima frase potrebbe essere il segnale del divorzio: al netto di assenze e infortuni, la rosa avrebbe bisogno di seri rinforzi per lottare per il titolo. Arriveranno?

Intanto qualcuno già gioca sul possibile sostituto: si parla di Mazzarri, la prima scelta del post Luis Enrique

(l'allenatore toscano incontrò anche Sabatini facendo dei progetti sulla squadra), poi di Montella e Di Francesco, due ex sempre amati. Per ora è un gioco, tra un paio di mesi potrebbe diventare il tormentone in riva al Tevere.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica